Pubblicato in: Avvertenze ed effetti collaterali

Dalla parte delle lettrici e dei lettori

Nulla di nuovo se dico che in Italia tutti scrivono e pochi leggono. Come se tutti coltivassero pomodori e facessero conserve, ma a nessuno piacesse la salsa di pomodoro.

Insomma tu scrivi, vuoi che ti leggano e quindi cerchi di pubblicare ma non leggi i libri degli altri. Atto incoerente e privo di umiltà, e quest’ultima serve a badilate in qualsiasi professione artistica o creativa.

Torno ai lettori e alle lettrici, io sono una di loro. Ultimamente ho letto tre libri di Olivia Laing e mi sono appassionata alla sua scrittura. Non facile, intensa, profonda. Ragiona spesso di solitudini e questo è argomento che mi interessa molto. Scrive di arte, di storia e di natura e con tutto questo trascina in ragionamenti che possono incontrare l’anima di chi legge, la mia di sicuro.

Benché abbia altro da leggere oltre a lei, ieri mi sono messa a sbirciare tra gli e-book che erano di mia madre, ma che sono rimasti nel mio kindle. Una scrittrice ha attirato la mia attenzione, e poiché il suo nome era stato fatto più volte da un’amica stimata, ho cominciato a leggere. Si tratta di un romanzo di Nora Roberts, non è quello che leggo di preferenza ora, piuttosto è quello che leggevo una volta, ma pagina dopo pagina mi sono accomodata in quella storia.

Considero la lettura un atto anarchico. Con i romanzi siamo liberi, ci soffermiamo dove vogliamo, quando e se vogliamo.

Ora che l’onda dei romance travolge le giovani lettrici, quando le incontro nelle scuole non mi sogno neanche per un momento di dire che quello che leggono fa schifo. Anche se lo penso lo tengo per me. Propongo, però, storie (d’amore) belle e ben scritte che se le iniziano non smettono di leggere, restano tra le pagine. Roba buona che solo perché è buona fa la differenza con il resto e forma – senza fatica, senza filosofia subdola, senza mettersi in cattedra – il pensiero di lettore o di lettrice, affina il gusto.

Ma leggere può essere come guardare un dipinto. Puoi avere una guida che te lo spiega o – come è prerogativa dell’arte – puoi farti trascinare al di là del tempo e della conoscenza e ascoltare tela e colori.

Se leggiamo letteratura contemporanea (o anche no) possiamo concederci di restare liberi, arrivare se e dove arriviamo. No, io non credo che si possa o si debba insegnare a leggere, ammaestrare il gusto. Fuori dalla scuola almeno, nei gruppi di lettura specialmente.

Che non vuol dire affatto non formare lettori!

Voglio essere libera di leggere come voglio e quello che voglio in un romanzo. Siamo io e la storia, e sono fatti miei quello che capisco o meno e soprattutto non c’è una lettura sbagliata e una giusta, c’è la mia. E va bene così. Non devo renderne conto a nessuno!

A volte, per questo, è complicato leggere a scuola nonostante tanti bei progetti. Non è colpa di nessuno, è che la lettura pare cosa vicino allo studio e quindi ecco che i romance diventano un atto di libera autoaffermazione. La lettura per appassionare si deve accompagnare al senso di ribellione, è nella natura di un buon romanzo portarci altrove. Ma un buon romanzo oggi ha fama di essere adatto solo a educarci e nessuno ha voglia di farsi educare, soprattutto se si passa la mattina a scuola o al lavoro.

I buoni romanzi sono caduti nella rete di quella roba lì, in disgrazia. Nessuno sa più che in un romanzo siamo pienamente liberi e padroni di noi stessi. C’è qualcuno che ce li vuole spiegare e se non li abbiamo capiti come dice, finiamo per sentirci in colpa. Che brutto tunnel per questa forma d’arte meravigliosa che è la letteratura.

Per formare lettori bisogna restituire ai romanzi la loro libertà.

Ti è piaciuto? Sì!
Perché? Non lo so…
La prossima volta lo saprai, chissà!
A far pratica nelle storie si scoprono un sacco di cose di se stessi e degli altri, senza fretta, con i nostri tempi. Rispettabilissimi, sempre.

Se smettiamo di utilizzare la nostra capacità di immaginare restiamo schiavi dei romance, dei finali chiusi, dei personaggi descritti nei minimi particolari. Ci devono dire tutto, altrimenti non ci piace, ci affatica immaginare se non siamo abituati. Siamo lettori schiavi e addomesticati.

Ma se a un buon romanzo gli rubi la libertà, questo accade.

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Autore:

Autrice di narrativa per ragazzi. http://www.icwa.it/profili/facchini-giuliana http: //www.facebook.com/pages/Giuliana-Facchini/10647355940250 http://giulianafacchini.wix.com/giuli

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