Pubblicato in: Fiutando Libri!

Tutto è già stato scritto, eppure tutto è ancora da scrivere – recensione di Livia Rocchi

Volto l’ultima pagina e penso “Sigh” perché “Se la tua colpa è di essere bella” di Giuliana Facchini mi ha portato indietro: per qualche ora l’ho letto e sono tornata al liceo. I rappresentanti di classe, le prime ore saltate, le verifiche che sembravano chissà che spauracchio, i voti che sembravano chissà che conquista, le poesie lasciate o ritrovate nel diario, i confini tra amicizia e amore ancora tutti da imparare, il confine tra giusto e sbagliato così ingannevolmente facile da tracciare, la complicità e le baruffe a momenti alterni… c’è proprio tanto di me (va be’, della me di xxnt’ anni fa 😲 ) in questo romanzo, e c’è anche tanto di una bravissima scrittrice che ho l’onore e la fortuna di chiamare amica. Quindi non sarò obiettiva, ma ve lo consiglio: se siete giovanissimi farete la conoscenza di un gruppo di vostri coetanei davvero speciali. Se siete giovanissimi di xxnt’ anni fa potreste rivedervi in quei ragazzi e ragazze speciali e magari vi verrà anche voglia di scoprire dove sono andati a finire e di ritirarli fuori, chissà.

Qui finisce la parte emotiva della recensione. Quella tecnica non ho voglia di farla perché sarei tecnicamente in vacanza 😜 ma una cosa la voglio dire. Poco tempo fa ho letto “Te la sei cercata” di Louise O’Neil, romanzo del momento che ha il tema principale in comune con il romanzo di Giuliana: violenza sulle donne e sue conseguenze nella cosiddetta era di internet. Pur prendendo spunto dallo stesso tema principale sono due storie molto diverse; una delicata, scritta in punta di piedi ma piena di fiducia nel futuro; l’altra cruda, scritta affondando il coltello e con un finale che lascia l’amaro in bocca ma, purtroppo, onesto da far male. Qual è il migliore? Non lo so e forse non importa. Quel che (mi) importa è notare come lo stesso tema possa dare origine a storie opposte ma ugualmente vere e a chissà quante sfumature nel mezzo. Tutto è già stato scritto, eppure tutto è ancora da scrivere. E per fortuna ci sono, anche qui in Italia, tanti autori che scrivono davvero bene.

Livia Rocchi

Editor e autrice di libri per ragazzi dal 2005, ha lavorato a molti progetti tra cui la serie Geostilton per De Agostini/Piemme, la serie di romanzi per preadolescenti “The Talent Angels” per Camelozampa editore. Ha collaborato a opere di saggistica tra cui “La metafisica di Harry Potter”, “Potterologia – Dieci assaggi +1 dell’universo di J.K. Rowling”, “Hobbitologia”. Dal 2012 si occupa di promozione della lettura tra i più giovani anche attraverso workshop di scrittura creativa a loro dedicati.

 

Questo blog è un mio diario, anche se in realtà è intitolato al mio cane Brik. È un album dove mi piace raccogliere foto, appunti, ricordi e bei momenti della mia vita professionale e non.

Che dire a Livia dopo aver letto la sua recensione del mio Se la tua colpa è di essere bella?

Che le voglio bene lo sa, che mi vuole bene lo so. Dico che è tanto bello camminare insieme in questo mondo della scrittura “per ragazzi” dove tra la maggior parte di noi non esiste competizione, ma amicizia. Che non vuol dire risparmiarci critiche, ma farcene di costruttive, che aiutano, che ti cambiano, che ti fanno crescere come persona e poi, forse, anche come scrittrice.

Grazie!

 

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I ragazzi che leggono

Non è una novità quanto io tenga ai miei lettori. Ai ragazzi che leggono. Quanto vorrei che avessero più voce e non solo a scuola. Vorrei che la lettura diventasse motivo di aggregazione come lo sono lo sport, il teatro per alcuni o magari il cinema. Eppure ci sono intoppi e vuoti e non sempre i libri giusti arrivano tra le mani dei ragazzi. Il gruppo di lettura per adolescenti, Leggere ribelle, a cui ho il piacere di partecipare  mi sta svelando un sacco di meraviglie e il mio cervello si è messo in moto per capire e migliorare la mia collaborazione.

Da un lato voglio proporre agli adolescenti bibliografie che non conoscono, ma che sono state apprezzate da tanti lettori della loro stessa età, e dall’altra voglio dare spazio alla loro voce in merito ai libri. Mi piacerebbe essere un tramite e un buttafuori-adulti insomma. I ragazzi al centro, dice questo libro che s’intitola Ci piace leggere!. Sì, ci voglio lavorare. Sto toccando con mano la bellezza di cui i lettori adolescenti sono capaci e non si può descrivere, né si può negare.

Noi adulti che scriviamo (o consigliamo libri) per ragazzi crediamo a volte di sapere cosa sia meglio per loro. Davvero lo sappiamo?

Ci piace leggere! risponde con semplicità. Questo libro scritto da ragazzi lettori è prezioso. È la testimonianza di un numerosissimo gruppo di lettori che sorregge un intero e unico festival letterario: Mare di Libri. Sono voci di ragazzi e si sente, come si vedono i ragazzi dietro al festival. Dei ragazzi bravi, organizzati, intelligenti come tanti ma uniti dalla passione per la lettura.

Ecco una frase del libro che vorrei fosse gridata a gran voce, che per me è un capolavoro.

“Cari scrittori non abbiate paura a raccontare il mondo così com’è, perché noi quel mondo lo abiteremo. Scrivete libri onesti, scrivete storie intense. E combattete perché vengano pubblicate.”

Direi che va stampata a lettere cubitali e ci va tappezzato il mondo dell’editoria in generale. Se fosse facile essere un romanziere saremmo tutti scrittori, ma non lo siamo. Chi scrive qui, sul blog di un cane, se lo domanda spesso se è una buona narratrice di storie; umile e onesta sì, ma buona? Una risposta non riesce a darsela.

Teniamo in grande considerazione la voce dei ragazzi, credo sia fondamentale. Ascoltarli è fondamentale se vogliamo scrivere non per loro: solo se vogliamo scrivere, a volte, anche di loro.

Se i libri non devono dare risposte ma suscitare dubbi e domande, anche scrivere è un percorso faticoso in cui le risposte sono sempre un passo avanti e non si riesce mai ad afferrarle.

Ci piace leggere! è da leggere!

Pieno, straripante, di spunti di riflessione intelligenti, poco comodi o davvero scomodi.

Insomma da non perdere per chi vuole ascoltare.

Un’ultima brevissima citazione che per me è l’ennesima sottolineatura (a matita); una necessità per scavalcare una naturale barriera generazionale che non va demonizzata ma solamente compresa “…vorremmo che le nuove tecnologie fossero descritte come parte integrate della vita di noi adolescenti, come sono ormai nella realtà”.

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Seguendo il filo di un pensiero

Seguendo il filo di un pensiero o di una perdita mentale di tempo, chissà: letto “Graffiti moon” di Cath Crowley giorni fa con piacere (…ascolterò l’autrice a MdL per “Io e te come un romanzo”). Uno dei protagonisti scrive poesie (così anche nel mio Se la tua colpa è di essere bella), l’altro lascia la scuola perché è in difficoltà ma si esprime con l’arte dei graffiti. (“Muoio dalla voglia di conoscerti” di A.Chambers – il protagonista ha le stesse difficoltà nello scrivere e si dedicherà all’arte). In generale si parla anche di aspettative genitoriali e di ragazzi che vogliono vivere della loro arte (così nel mio Un’estate da cani il protagonista scappa di casa per vivere della sua musica per strada). Sono tutti maschi, tutti ragazzi questi artisti e poeti. Sono i ragazzi a sognare questo di cui scriviamo? Oppure siamo noi scrittori a volerli invitare a non vivere di solo pane, ma anche d’arte? Eppure si arranca se si vuole fare del proprio lavoro creativo un vero lavoro (insomma pagarci le bollette). Senza buone poesie e storie e illustrazioni e buoni film e musica sparata nelle orecchie come potremmo vivere? Nessuno potrebbe farlo (chi lo fa non vive bene sicuro), eppure pochi sono disposti a pagarla la creatività per farsi di musica, storie, film, immagini dipinte, stampate e o graffitate. Roba buona che ci aiuta a rileggere noi stessi e il mondo. Perché questo libro, che non è un capolavoro, mi è piaciuto più di altri? Perché sono esterofila? (Come dice una mia amica). Perché è comunque una buona storia filtrata tra tante e ben tradotta? (Come dice il figlio). Perché è solo un romanzo YA che ci permette di sognare che si può di vivere d’Arte?

Non sono un’intellettuale, non mi rispondo, non mollo solo per vizio. Finirà come finirà.

Muro di Berlino – graffiti