Pubblicato in: Donne in corriera e madri da tartufo

Donne in corriera e madri da tartufo. Un bimbo da mordere

Io e Brik entriamo in banca e ci mettiamo in coda. Dopo di noi entra una giovanissima mamma con bimbo di circa tre anni. Il piccolo con calzoncino cadente  ed evidente pannolone preme il totem distributore automatico di numeri, ritira il talloncino, lo appallottola e lo va a gettare nel cestino. Il gioco lo diverte e continua. Alla ventesima attivazione di stampa del numero, avviso la madre, che lo ammonisce senza troppa convinzione e senza scomporsi.

Brik è sulla traiettoria della giostra e il piccoletto tra un ritiro e un canestro gli fa gli sberleffi da distanza di sicurezza. Brik rimane impassibile ma gli leggo negli occhi il fastidio e lo accarezzo.

Una signora all’unico sportello aperto ha messo radici in un’operazione senza fine. Un signore distinto, alla terza decina di numeretti strappati dal bimbetto, gli spiega che “non si fa” e ovviamente quello se ne frega e continua, mentre la madre in quel momento è al telefono (un classico).

Entrano due clienti premono il pulsante del totem, osservano il tabellone e il loro numero, poi si guardano attorno sconcertati, ma prima che se ne vadano il signore distinto, cortesemente, li avvisa che ci sono solo tre/quattro persone prima di loro e spiega cosa sia accaduto. La Madre, intanto, fruga nella borsa alla ricerca di qualche etto di buonsenso perché d’educazione non ce n’è. Anche il buonsenso scarseggia.

Brik abbaia e il bimbo fa un salto. Allora, io mi alzo e con il border mi piazzo accanto al totem. Il signore, Brik e io ci scambiamo un cenno d’intesa e un sorrisetto. Il bimbetto non s’avvicina, s’aggrappa alla gamba della Madre, frigna e pesta i piedi, ma quella non reagisce e lui piange. Finalmente tocca alla Madre che avanza alla cassa. Il bimbetto lancia un’ultimo sguardo disperato al totem protetto dal Brik e poi si piazza davanti allo stand delle brochure, butta a terra le Assicurazione per il Futuro, stropiccia un paio di Prestiti e finalmente la Madre finisce e se ne vanno.

Tiriamo tutti un sospiro di sollievo e Brik seduto composto accanto al totem distributore di numeri fa la sua bella figura, elegante ed equilibrato ha dimostrato grande capacità di controllo: un’addentata a quel pannolone l’avremmo volentieri data tutti.

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Donne in corriera e madri da tartufo. Anacronismi

Cover Il mio domani arriva di corsaQuest’anno, come mai, tra gli amici ho sentito di tante bocciature nelle scuole superiori. Spesso si tratta di ragazzi e ragazze che conosco e apprezzo, con famiglie in gamba che per fortuna non hanno fatto drammi, ma la cosa mi fa riflettere. Un/a ragazzo/a in gamba, creativo/a, disponibile agli altri, vivace intellettualmente perché viene bocciato? Vedo i compagni di classe di mio figlio, corpi di uomini e di donne stipati in 30 in un’aula, con le ginocchia incastrate sotto il banco. Lo trovo anacronistico e anche un po’ umiliante per studenti e professori. La scuola superiore la chiuderei già in quarta e mi pare di tirarla anche troppo lunga. E poi come possiamo interessare i ragazzi di oggi allo studio senza proporre loro tanta letteratura, storia e scienze contemporanee? E ancora: ci rendiamo conto che in Italia la scuola occupa l’intera giornata (lezioni+studio) di un adolescente? Sport, musica, cinema, lettura, volontariato sono attività che andrebbero coltivate quanto lo studio e invece non c’è tempo: devi studiare altrimenti ti bocciano, o ti rimandano e ti freghi l’estate. Io ho due figli che sono infiniti contenitori e con una tempra formidabile. Chapeau, io non ho e non ho mai avuto, la loro capacità di resistenza. Ma capisco quanto “perdono” o fatichino a “non perdere” tutto il resto. Non è che ci voglia un genio o uno psicologo per accorgersi di quanto siano “belli e vivissimi” gli adolescenti, sì anche quando rompono e rompono questo è sicuro. Se non rompessero non li lasceremmo mai andare. Ma se ci prendessimo il tempo di starli a guardare, a noi adulti farebbe benissimo. (Sì, guardare anche i terribili adolescenti, non solo i meravigliosi bambini). Piede che freme sull’asfalto al semaforo, aspettando il verde per partire con lo scooter, corpi giovani che hanno sempre caldo, capelli lunghi, pose, sigarette, abbracci e voglia di stringersi e di fare caciara (confusione). Sono un potenziale di intelligenza viva/creativa enorme. Si sono evoluti gli adolescenti, dobbiamo capirlo e metterli in condizione di seguire le loro attitudini, solo così costruiranno quel mondo migliore di cui abbiamo tanto bisogno.

Pubblicato in: Avvertenze ed effetti collaterali, Fiutando Libri!

Un sabato a Mare di Libri, il festival dei ragazzi che leggono

13510587_1233941283297615_1697404263_nSono una scrittrice (più o meno) per ragazzi (più o meno), ma sono anche una lettrice forte di letteratura per ragazzi e vado spessissimo agli eventi dove si presentano gli scrittori per ragazzi. Ieri a Mare di Libri avevo un programma sostanzioso Murail-Carey-Geda&Magnone-Niven.

Se il mondo della letteratura per ragazzi fosse un’arancia, la letteratura-Murail ne occuperebbe metà. Lei è stata espansiva, teatrale, luminosa; ha parlato di scrittura emozionale, di doni, di gratuità, di grandi classici. Ha battuto tre colpi con la mano sul tavolo come accadeva in teatro prima dell’inizio delle rappresentazioni. Nell’altra metà dell’arancia prenderebbe posto la tipologia Geda/Magnone con Berlin. Un romanzo che ho apprezzato: avventuroso, avvincente distopico e che esce dalle pagine e arriva ai ragazzi anche per vie diverse, con due canali You Tube e interazioni multimediali, si spera in una trasposizione in fiction.

Carey non mi coinvolge. La Niven non è arrivata con un volo di linea ma è uscita direttamente dalla foto della quarta di copertina e potrebbe essere uscita da un film americano contemporaneo. E’ uno stereotipo: patinata, dalla voce sottile, con un sorriso fisso; arriva con un’entrata da Oscar tra gli applausi. Il suo “Raccontami un giorno perfetto” (sotto c’è il link con la mia recensione del libro) l’ho iniziato alle nove di sera e finito alle quattro del mattino. E’ fortissimo, tratta il tema del suicidio adolescenziale. (Nel piccolissimo ho toccato questo tema in un mio romanzo: Il mio domani arriva di corsa). Simonetta Bitasi, molto brava, non la intervista, ma passa la parola ai ragazzi e le domande (come era prevedibile) sono indicative e importanti. Si indaga sull’autrice e le sue emozioni, visto che è un romanzo largamente autobiografico (Anche- ma molto di più- nell’incontro con Laura Roveri per Chiamarlo amore non si può, le domande delle ragazze erano indirizzate a capire cosa lei avesse provato nel momento in cui subiva violenza e la cosa mi fece riflettere). Poi arriva una domanda pesantissima, a mio parere, e una ragazza sostiene che il suicidio sia un tema trattato generalmente con superficialità e che la sua poetessa preferita è morta suicida. Il fascino della morte fa capolino in una sala gremita di giovani. Parlando con una persona professionalmente competente in materia di suicidio adolescenziale, ho appreso che ha carattere emulativo. Il romanzo della Niven è scritto in modo efficace, ha un protagonista molto affascinate, vivo perché venuto fuori da un vissuto che vuole addirittura consacrarlo; è una storia scritta alla fine di un percorso quasi terapeutico. Mettiamoci anche che uscirà un film tratto dal libro e il valore “economico” che sta dietro a un best seller.

Ho avuto da pensare per tre ore e mezza di macchina, mentre guidavo per tornare a casa da Rimini: i fari delle auto m’infastidivano in una notte nera e pastosa su un’autostrada poco trafficata mentre la radio, a bassissimo volume, gracchiava; avevo un volontario felice addormentato accanto e, seduta sul sedile posteriore, la camicia di forza del mio senso di responsabilità. “Raccontami un giorno perfetto” mi ha colpito e coinvolto e non so che posto avrebbe nell’arancia, anche se so che ci sta.

Recensione di Raccontami un giorno perfetto di J.Niven

Pubblicato in: Pensieri canini

Se i cani potessero parlare starebbero zitti

WP_20160609_14_59_29_Pro (2)Se i cani potessero parlare direbbero uno spartito di parolacce agli umani. Già, perché a me, ogni mattina tocca indovinare che musica tira.

Allora: il ritornello è sempre lo stesso.

La Umi si alza dal letto e ciondola fino alle scale, poi torna indietro perché ha scordato di prendere il telecomando per disattivare gli allarmi. (Come se io non bastassi: evviva la fiducia!) Facciamo colazione, lei scorre le notizie fb, io do un’annusata a chi è passato in giardino durante la notte: tabloid per entrambi.

Ma poi? Che musica sarà?

-Una ballata?

La più comune e tranquillizzante… La Umi s’infila un paio di pantaloni da trekking e una maglietta, si lava i denti, io mi do una scrollata alla pelliccia e usciamo. Tutto veloce e senza intoppi. Arrivo a pisciare sui siti sensibili a un orario accettabile aggiustando qualche tirata di guinzaglio alla Umi. Dopo si sta a casa: lei alla scrivania, io sotto.

-Una sinfonia per orchestra? 

La più incerta… La Umi va in bagno, si fa la doccia, si guarda allo specchio fa un po’ di smorfie, scuote il capo sconsolata. Sale su un quadrato di vetro con numeri rossi lampeggianti e dice una parolaccia (irripetibile). Poi si sistema i capelli e torna in camera, si veste, quindi:

– Variazione 1- tempo: Allegretto grazioso, la Umi dice: “Andiamo a prendere la nonna in macchina” e significa che devo trattenerla e piscerò sui siti sensibili per ultimo, svaccamento totale della giornata.

– Variazione 2 – tempo: Andante moderato, la Umi dice: “Giretto veloce che abbiamo un sacco di commissioni da fare” e significa che devo togliermi tutta la pipì in fretta dalla vescica perché negli uffici non c’è toilette per cani. Mi preparo a lunghe code spiaccicato su pavimenti scomodi, oppure mi toccherà stare seduto ore in camerini stretti mentre la Umi, che non è fornita di comoda pelliccia propria, prova pellicce sintetiche senza trovarne una che le piaccia.

– Variazione 3 -tempo: Calando grave, la Umi dice:”Vado a fare la s-p-e-s-a” e significa che devo fare pipì veloce trascinando un’umana depressa. La definizione di “Spesa” nel vocabolario della Umi: grave e indispensabile sacrificio che consiste nell’andare a caccia in una riserva artificiale di cibo per sfamare la prole.

-Un requiem?

Il più deprimente… La Umi non perde tempo, si veste con cura, si dipinge il viso con cura, sorride alle specchio. Non si pesa per evitare ogni malumore. Riempie una borsa di libri, molti suoi. La osservo andare e venire tra le stanze. Danza leggera tra mobili, letti, scrivanie, mi bacia sulla testa e dice: “Tu non puoi venire“. Starà via per parecchie ore. Sono già in cuccia nel mezzo del balletto: lei va a divertirsi senza di me. Scuole, librerie, biblioteche non vogliono cani e la Umi dice che io mi comporto male, ma non è vero. Discutiamo molto su questo punto ultimamente e soprattutto sulla comune accezione della parola “cane”.

– la Marcia di Radetzky di Johann Strauss padre? 

Quella che vorrei suonasse tutte le mattine. La Umi non perde tempo, si veste con cura ma non si trucca e né si pesa. Non dice nulla. Prende uno zaino, crocchette, acqua e qualche libro. Saltiamo in macchina con una deliziosa sensazione di festa: andiamo via insieme e basta routine. Mare, festival, montagna, non c’importa, ovunque staremo insieme. Ci fermiamo a fare pipì e lei beve il caffè, poi si parte. Nuove esperienze, nuovi amici da annusare, nuove avventure da vivere: Giuli&Brik!

Se i cani potessero parlare starebbero zitti.

spartito

 

Pubblicato in: Canine English Version!, Fiutando Libri!, Human English Version!

Sniffing out books…! Fiutando libri!

 

Girl Detached by Manuela Salvi Higlly recommed for Young Adult!

(Italian version: Una ciotola di emozioni forti… è solo Letteratura! )

salviAleksandra has issues with her voice. Stress makes her stutter, and her life is one of stress. She can only speak clearly on stage, freed by the words of the character she plays. Then, when Aleksandra befriends her new neighbour Megan, and through her meets charming, handsome Ruben, it seems she has discovered a doorway into a different world, and a different Alek. But Ruben wants Aleksandra to play a particular role for him, and it is one that will come close to destroying her.