Pubblicato in: Avvertenze ed effetti collaterali, Senza categoria

Otto marzo duemilaventicinque

Nei giorni come oggi mi sale forte la maniconia di quello che sta accadendo. È come se non fossimo capaci di capire o di vedere o, se vediamo e capiamo, abbiamo la sensazione di non potere fare nulla. Siamo parecchio abbattuti, parecchio abbattute, speriamo che passi, ma passerà?
Noi donne, tornate a essere educate a dosi massicce di romance, lasciamo la leadership agli uomini, loro, nelle alte sfere, hanno fatto finta che contassimo, che sorrisi ammiccanti e carezze accomodanti contassero, ora appaiono per quel che sono: patetiche inutili grandi fregature.
Il ribaltamento è sotto il nostro naso, il quadro è chiaro. I cappelli che lasciano scoperto il viso regale dallo sguardo diretto sono stati sostituiti da quelli a falde larghe perché gli occhi non si mostrino abbassati.
Le immagini dicono.
Occorre conoscenza, sapere, cultura del passato storico filosofico e acume; rispondere eticamente alla ricchezza e all’ignominia; dare voce a altre donne, forse, ai giovani e alle giovani, sicuramente.
Che sia ribellione non festa.
Buona ribellione di parole e azioni, piccole e grandi, quotidiane o comuni, a tutte noi.

#8marzo