Pubblicato in: Avvertenze ed effetti collaterali

gdl – farci sentire lì mentre siamo qui

Non hanno visto dove vivi. Non sanno niente di aggressioni, arresti, comparizioni davanti al tribunale dei minori e libri nascosti sotto il materasso. Non hanno ma visto le tue lacrime, nessuno le ha viste. Non sanno niente.

La loro ignoranza è la tua rete di sicurezza. E perfetto. Puoi stare in questo posto né più né meno di chiunque altro. Non lasciare che ti facciano sentire inadeguato. Questo è il momento per aprirsi ed essere diverso. E allora vai, porta il tuo culo là dentro e fai la differenza.

Rispondo a Denise. Ok. A + tardi.

A testa bassa, con le mani in tasca, cammino verso Queen Street per prendere il treno. Non so perché mi sono fatto coinvolgere in questa storia dei poetry slam, probabilmente ero solo curioso. In cerca di una valvola di sfogo, di qualcosa che profumi di libertà. Libertà da cosa? Come fai a liberare il cervello?

Prima di avviarmi verso la stazione di Queen Street butto furtivamente Slam Them to the Ground in un lurido cestino della spazzatura. Il libro atterra sul fondo con un rumore secco. Ecco, bravo, ritorna nella tua città con la coda tra le gambe.” Rime contro, B. Conaghan, Giralangolo ed.

Ieri era il giorno di LR. Ieri ho seguito una conferenza e un relatore dopo aver salutato – tutte e tutti – ha parlato di parecchi pittori contemporanei ma ha nominato solo tre donne. Questo fatto mi ha gettato addosso parecchia inquietudine, avrei voluto farlo presente, ma non ce n’è stata l’opportunità. Mi sono portata dentro il fastidio, reprimendolo. Succede. Quindi a LR ho raccontato cosa mi era accaduto, ho letto il brano citato sopra che in qualche modo avevo sentito mio e ne abbiamo parlato a lungo, ognuno ha condiviso esperienze e pensieri.

Vita e buoni romanzi, spazi da aprire, mettere me per prima allo scoperto, farlo consapevolmente. Cosa possiamo avere in comune io e i LR (dolcissimi e bellissimi) con un ragazzo vestito da rap, che vive in una degradata periferia scozzese? A cosa servono le storie e i gdl se non a questo? A farci sentire lì mentre siamo qui.

C’è un cambio generazionale in LR e si ricomincia a costruire. Ieri è stato bello. Atmosfera grigia e poi abbiamo preso colore.

#Leggereteen

Però.

Le cose cambiano, mi dispiace, non mi piace. Leggo per LR per portare in biblioteca buoni romanzi di letteratura giovanile da proporre e fatico. Cerco storie per quattordicenni e oltre e non le trovo. Certo, un buon romanzo d’avventura per ragazzi si legge a ogni età e ce ne sono di belli, ma non è ciò che cerco. Ciò che i e le Leggere Ribelle si aspettano da me.

Le scelte editoriali cadono su target più bassi che entrano nella scuola secondaria di primo grado e il resto è tutto romance. Si pubblica quello che vende, si scrive quello che vende. Giusto o meno è così.

Al Festival Letteratura di Mantova, un osservatorio fondamentale, gli incontri per gli adolescenti hanno puntato su storie con personaggi adolescenti pubblicate in collane per adulti. A me la scelta non ha convinto. Il passo è diverso. In fondo sono solo etichette? Non lo so.

Ricordo il viso di una LR senior dopo aver letto Quando eravamo in tre di Chambers ( un vero spartiacque per me) il suo ingoiare emozioni, il suo essere andata in gita oltre i suoi limiti.

Quello che la letteratura fa se è letteratura.

È quel sapore che cerco per il gdl e che è sempre più difficile trovare. Vorrei che non fosse così, vorrei che non si abbandonasse il campo, che non si spegnesse la lotta per portare buone storie a quei lettori che non leggono, che non fosse tolta loro l’opportunità di provarci davvero.

Tanto fanno le storie.

Ho letto da qualche parte che viviamo in un mondo ormai semplificato dove tutto deve essere facile. Invece l’adolescenza è il luogo della complessità, non reggere questa sfida significa perdere pezzi, perdere teste e cuori. Facciamo bene per i giovanissimi, bene per gli adulti e questi li abbandoniamo?

Pubblicato in: Avvertenze ed effetti collaterali, Fiutando Libri!

Gruppi di lettura per adolescenti, come non educarli

Da ragazzina volevo fare l’attrice, i miei genitori una sera mi portarono a teatro e lì decisi. In capo a quattro settimane ero in una compagnia amatoriale. Poi la vita si è messa di mezzo e io sono diventata una romanziera. Scrivo storie, quello faccio (bene o male, questo non lo so). Però, leggo anche tanti romanzi che parlano di ragazze e di ragazzi e quindi un giorno mi è venuto in mente di fondare un gruppo di lettura per adolescenti in collaborazione con una bibliotecaria e un’educatrice. Quel gruppo si chiama Leggere Ribelle e quest’anno ho fatto di tutto per farmi buttare fuori ma non ci sono riuscita. Io le azioni/cose che faccio, le capisco sempre dopo, come anche le storie che scrivo (esattamente come Floyd in Mike, di Norriss, Uovonero Ed.).

L’educatrice (che fa l’educatrice mica per niente) e la bibliotecaria non me lo hanno permesso. Si sono proprio sdraiate sui binari delle mie intenzioni.

Ovviamente sono delusa di me stessa e orgogliosa di loro, perché la sfida che mi aspetta è grande e io volevo mettermi da parte per non affrontarla. Io sono una romanziera che ci faccio a capeggiare un gdl?

Ripeto sono una romanziera, credo di avere gli strumenti per scrivere storie e non quelli per educare alla lettura dei ragazzi e delle ragazze, come magari sanno fare altri navigati conduttori di gdl per adolescenti.

Scrivendo storie per ragazzi e ragazze, pubblico con case editrici specializzate nella loro letteratura, ma i lettori e le lettrici sono pochi e le strategie per crearne di nuovi non funzionano o funzionano poco a livello nazionale. Anche perché non vengono adottate davvero. I progetti per la lettura pullulano, ma pochi vanno oltre il nome che portano, non passano mai veramente all’azione. Altrimenti il nostro sarebbe un Paese che legge e non è così.

Ma il mondo variegato dell”editoria per ragazzi non può (e non deve) morire e cerca il modo di restare in vita; da un lato abbassa sempre di più il livello letterario delle proposte o propone libri in quanto oggetti fisici che non veicolano i contenuti. Compriamo spinti dalla pulsione del momento (o dalla necessità del momento) ma il romanzo resta senza un vero lettore e soprattutto non innesta la spirale del buon romanzo: quante emozioni ho privato! Che vita ho vissuto! Ne voglio ancora!

Dall’altro punta sui pochi veri lettori che sono come un animale in via di estinzione e li sovraccarica di attenzione con il rischio che fuggano a rifugiarsi sul divano di casa per essere lasciata o lasciato in pace a leggere.

Come coordinatrice di un gruppo di lettura ho avuto fortuna. L’articolo su questo blog che riguarda i gdl è il più letto, con buona pace della pagina dove ci sono le copertine dei miei romanzi pubblicati.

Non credo che questo accada perché sono più brava come conduttrice che come romanziera. Infatti è l’educatrice a occuparsi di educare, io racconto solo storie degne di essere raccontate e non perché le scelgo io, ma proprio perché ormai sono grandi classici contemporanei internazionali sconosciuti alle e ai più italiani.

Se nel gruppo l’obiettivo è quello di guardare solo ai romanzi e mai alle autrici o agli autori (quelli semmai vengono dopo) e a proporre storie che sfuggano il più possibile alle logiche editoriali di mercato, che abbiano una propria anima e rispettino i criteri del romanziere o della romanziera come artista creatore (non solo storico, giornalista, educatore, etc).

La vera sfida è girare loro proposte alte, proteggerli dalle richieste pressanti delle nuove uscite, ma non escluderli e veicolarli verso una buona rete di lettrici e lettori per confrontarsi e scomparire come conduttrice.

Le lettrici e i lettori posso essere una comunità come chi gioca ai videogiochi, metterli in contatto tra loro gratifica i romanzi e li mostra per quello che sono: roba viva, vivissima, capace di far parlare di sé.

Mi turba molto l’io adulto che vuole educare a tutti i costi attraverso i romanzi, che si sente sempre depositario di qualcosa in più rispetto ai giovani lettori.

Se vogliamo creare un gdl fuori dalla mura scolastiche il lavoro sporco (educare tutti noi) dobbiamo lasciarlo fare ai buoni romanzi, senza interpretarli ma lasciandoli leggere e basta, non ci sarà una lettura sbagliata ma solo la propria. Ognuno ha il proprio livello che sia alto o più alto non mi interessa. E soprattutto chi legge si sentirà rispettato per quello che è; non bisogna essere bravi a scuola per essere un lettore o una lettrice, esattamente come non bisogna essere bravi a scuola per ascoltare musica.

Come conduttrice propongo solo, invito alla lettura amando io per prima le storie che racconto e quando intuisco quali sono i ragazzi e le ragazze che ho davanti, la sfida sta anche nel proporre loro i libri giusti, quelli con cui possono entrare in empatia più velocemente creando un primo approccio facilitato. Il primo passo.

Se ho davanti giovani con tanti pregiudizi nei confronti dei romanzi (come mi è accaduto spesso), persi in una terra di nessuno dove il libri per i più piccoli sono da piccoli e quelli destinati agli adulti difficili da prendere in mano, propongo una narrativa young adult che parla contemporaneo, offre quesiti ed emozioni contemporanee, porta fuori dalle zone confort di oggi (che son anche quelle di sempre). Leggere può essere un’abilità che le ragazze e i ragazzi non hanno e i romanzi giusti sanno facilitarne l’acquisizione, fanno sembrare meno dura la corsa tra le prime pagine.

In conclusione vorrei cercare di lasciare ragazze e ragazzi e buoni romanzi insieme e vedere se si abbinano. Tutto qui. Tanto non siamo noi di LR a risolvere il problema della mancanza di lettori nel nostro Paese, par quello forse ci vuole una legge (e le persone giuste ci stanno lavorando).

Se volevo fare l’attrice e poi sono diventata romanziera è forse perché voglio vivere altre vite lasciando in pace la mia e lasciando in pace quella delle lettrici e dei lettori che se c’è qualcosa da imparare se la vedono direttamente con i romanzi, non con me.

Pubblicato in: Fiutando Libri!

Quel movimento di giovani lettori…

Domani Leggere Ribelle sarà a Mare di Libri. Condurremo un evento dal format nuovo e molto bello. Faremo un collegamento con il Maine e entreremo virtualmente nella casa di una famosissima scrittrice statunitense.

Quest’anno saremmo andati anche solo come spettatori e invece è venuta fuori questa cosa così emozionante per noi, un movimento ancora giovane di lettori. Siamo partiti nel 2018 pieni di energia e in soli quattro anni ci troviamo a entrare a casa di Lois Lowry, mi sembra ancora incredibile.

Non sono così sciocca da pensare che sia merito mio, a favore di LR hanno giocato molti fattori tra i quali l’aver incontrato giovani lettrici e lettori molto raffinati che, e di questo ho l’unico merito, sono riuscita a mettere in contatto con romanzi di formazione, liberi e onesti e senza badare al nome delle case editrici o degli autori/autrici, che altrimenti non avrebbero mai letto.

Ma siamo sempre nella sfera dei privilegiati e non sono così sciocca neanche da credere che LR inciderà in qualche modo sulla creazione di nuovi lettori. No, non lo credo, il sistema Italia non lo prevede e noi siamo gocce in un mare di assetati che non conoscono il sapere dell’acqua buona. Così è.

Ma ogni gruppo di lettura ha la sua storia e io non sono mai entrata in una loro discussione, a volte mi sono sorpresa della loro finezza di ragionamento, altre ho assistito alla loro rabbia, rabbia anche sconsiderata verso le letture che non li soddisfacevano. Sono adolescenti, se non s’incazzassero e te la facessero pagare con parole toste non sarebbero loro e io non ne sarei così fiera. Il nostro unico ragazzo è arrivato alla formazione Lowry con i capelli lunghi mezzi tinti di biondo e mezzi di nero, ha letto non so quante volte Il signore degli anelli, adora Murakami e ha divorato i romanzi di Kavin Brooks. Le LR lo hanno adottato.

Restano e sono i miei personaggi preferiti, altrimenti non scriverei di loro, perché io di mestiere sarei romanziera.

La stanchezza quest’anno mi ha mangiato a piccoli morsi e fingere di non vederla non aiuta a non sentirla; mi domando se LR avrà la forza di resistere nel tempo, visto che ha fatto tanto e tutto subito. Verranno chissà altri anni e altri lettori ribelli, ma per ora Good Luck ai sei prodi in trasferta riminese, a loro che non hanno paura di nulla, che affrontano il pubblico, i compagni e le compagne, i romanzi e gli adulti con un sorriso, un po’ di quella sufficienza che significa scaltrezza e il futuro radioso e tormentato negli occhi. Sono un movimento di giovani lettori e lettrici, sono in movimento e anche questo fa parte del mondo dei libri, non si tratta di sola carta. Ci ho tenuto che fosse così.