Pubblicato in: Fiutando Libri!

Quel movimento di giovani lettori…

Domani Leggere Ribelle sarà a Mare di Libri. Condurremo un evento dal format nuovo e molto bello. Faremo un collegamento con il Maine e entreremo virtualmente nella casa di una famosissima scrittrice statunitense.

Quest’anno saremmo andati anche solo come spettatori e invece è venuta fuori questa cosa così emozionante per noi, un movimento ancora giovane di lettori. Siamo partiti nel 2018 pieni di energia e in soli quattro anni ci troviamo a entrare a casa di Lois Lowry, mi sembra ancora incredibile.

Non sono così sciocca da pensare che sia merito mio, a favore di LR hanno giocato molti fattori tra i quali l’aver incontrato giovani lettrici e lettori molto raffinati che, e di questo ho l’unico merito, sono riuscita a mettere in contatto con romanzi di formazione, liberi e onesti e senza badare al nome delle case editrici o degli autori/autrici, che altrimenti non avrebbero mai letto.

Ma siamo sempre nella sfera dei privilegiati e non sono così sciocca neanche da credere che LR inciderà in qualche modo sulla creazione di nuovi lettori. No, non lo credo, il sistema Italia non lo prevede e noi siamo gocce in un mare di assetati che non conoscono il sapere dell’acqua buona. Così è.

Ma ogni gruppo di lettura ha la sua storia e io non sono mai entrata in una loro discussione, a volte mi sono sorpresa della loro finezza di ragionamento, altre ho assistito alla loro rabbia, rabbia anche sconsiderata verso le letture che non li soddisfacevano. Sono adolescenti, se non s’incazzassero e te la facessero pagare con parole toste non sarebbero loro e io non ne sarei così fiera. Il nostro unico ragazzo è arrivato alla formazione Lowry con i capelli lunghi mezzi tinti di biondo e mezzi di nero, ha letto non so quante volte Il signore degli anelli, adora Murakami e ha divorato i romanzi di Kavin Brooks. Le LR lo hanno adottato.

Restano e sono i miei personaggi preferiti, altrimenti non scriverei di loro, perché io di mestiere sarei romanziera.

La stanchezza quest’anno mi ha mangiato a piccoli morsi e fingere di non vederla non aiuta a non sentirla; mi domando se LR avrà la forza di resistere nel tempo, visto che ha fatto tanto e tutto subito. Verranno chissà altri anni e altri lettori ribelli, ma per ora Good Luck ai sei prodi in trasferta riminese, a loro che non hanno paura di nulla, che affrontano il pubblico, i compagni e le compagne, i romanzi e gli adulti con un sorriso, un po’ di quella sufficienza che significa scaltrezza e il futuro radioso e tormentato negli occhi. Sono un movimento di giovani lettori e lettrici, sono in movimento e anche questo fa parte del mondo dei libri, non si tratta di sola carta. Ci ho tenuto che fosse così.

Pubblicato in: Avvertenze ed effetti collaterali, Donne in corriera e madri da tartufo

Leoni da tastiera…

Leggo, li leggo tutti dal primo all’ultimo con attenzione. Non c’è una linea coerente di critica all’articolo ma una pioggia di idee a volte confuse a volte rabbiose, raramente argomentate. Non c’è la logica del dialogo o una discussione reale come farebbe la Biancardi in classe. Sopratutto si parla di false denunce di molestie da parte delle donne e l’ipotesi più gettonata è che laura voglia diventare una modella o un’attrice e abbia trovato il modo per farsi pubblicità. (…) È tutta roba da cinquantenni…”

Sono le parole di Valerio nel mio Se la tua colpa è di essere bella. Un libro cui tengo molto. Lo cito perché il social su cui scrivo anch’io è abitato dai Leoni da tastiera (che è pure il titolo del capitolo). Io commento poco e scrivo poco su fb. A dire il vero ho un profilo privato con amici e persone con i miei stessi interessi e la mia stessa educazione. Preferisco così. Essere nella mia isoletta felice di buon senso e utili discussioni. Mi guardo bene dal pescare amici nel mare dell’orrore e delle ingiurie. Un ecosistema senza leggi, un Far West virtuale che sparge sangue peggio di Tarantino, abitato da tutti: dai politici ai divi del cinema, pochi riescono a star fuori. Si entra anche solo per sbirciare gli altri, gli amici. Solo lì siamo quello che vorremmo essere, ma non possiamo essere davvero nella vita.

E la questione, in certi casi, prende una piega che fa rabbrividire.

Come dice Valerio, sono i cinquantenni a dare l’esempio di come si fomenta l’odio e la violenza.
I miei lettori ideali (come scrittrice) non ci sono nei vecchi social. Perché, allora, quelle parole sopra citate sono in libro per ragazzi/giovani adulti? Perché un libro per ragazzi non è solo per ragazzi ma per tutti e parla a tutti. E l’ispirazione arriva dalla realtà. Ecco perché quel “per ragazzi” non mi piace.
La conclusione è che i ragazzi se ne sono andati altrove per comunicare tra loro e alla loro maniera. Noi un po’ l’inseguiamo e un po’ no. Per fortuna. Possiamo scimmiottarli ma siamo lontano anni luce dalla loro filosofia della comunicazione. È un’altra lingua, un altro mondo. Anche noi da ragazzi fuggivamo dagli adulti.
Sicuramente esiste il fenomeno del cyberbullismo, ma esistono anche tanti ragazzi sani. Ho due figli maschi e a loro certi commenti rivolti a una donna (o rivolti a chiunque) non sarebbero neanche mai venuti in mente, come non sarebbero venuti in mente ai loro amici. E non sono il genitore che non sa valutare i propri figli, anche questa sarebbe una facile accusa da cinquantenne disilluso e sofferente, incapace di godere della propria età, dei rapporti umani (che sono cosa meravigliosa) e della bellezza che ci circonda. Perché la bellezza esiste, anche in questi tempi bui, basta cercarla e saperla vedere. Una buona direzione in cui incanalare energie.

 

Scrivere è dar voce a una storia che scorre sottopelle e che una volta stampata l’autore o l’autrice affida al lettore. Sarà il lettore a dargli un senso. Il proprio. Ma i veri lettori esistono nel nostro Paese?

E questa è un’altra storia, un altro articolo…

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Pubblicato in: Avvertenze ed effetti collaterali, Fiutando Libri!

Gruppi di lettura per adolescenti: appunti di viaggio

Ho avuto la fortuna di coordinare un gruppo di lettori adolescenti ( LEGGERE RIBELLE ) che ha concluso la sua prima stagione qualche giorno fa e sento il desiderio di condividere in questo articolo alcune considerazioni tratte dalla mia esperienza. Questo blog è per me un diario professionale e anche personale, lì dove il mio mestiere e la mia vita si sovrappongono.

Io sono un’autrice, ma da vent’anni, da quando ho cominciato a scrivere storie con protagonisti ragazze e ragazzi, non ho mai smesso di leggere romanzi di colleghe e colleghi italiani e stranieri e di curiosare ovunque si parli con competenza di promozione/educazione alla lettura. Oggi essere un’autrice (etichettata) per ragazzi ha poco a che vedere con la visone romantica della scrittrice tout court.

Non so bene quando mi sia venuto in mente di provare creare sul territorio dove vivo uno spazio dedicato ai lettori dai 13 ai 17 anni, ma in realtà credo di averlo meditato e studiato per anni. Forse non pensavo neanche che un giorno lo avrei fatto davvero.

Dopo un incontro in una scuola per uno qualunque dei miei romanzi, non so bene perché, ma si finiva per restare sempre a chiacchierare di libri con un gruppo di ragazze e ragazzi, che spesso mi sacrificavano la ricreazione. Non mi è mai piaciuto fare incontri con platee enormi, dove posso spezzetto, resto ore in più con lo stesso compenso (!) ma cerco il dialogo e il confronto personale con i miei lettori. Sempre. Consigliavo libri e finivo per raccontarli in breve e vedevo occhi affamati intorno a me. Insomma la fame di libri tra gli adolescenti c’è. I potenziali lettori si nascondono ovunque.

Quello che mancava, dunque, era uno scaffale dove trovare buoni romanzi di narrativa contemporanea. Libri sconosciuti nelle scuole e poco venduti/proposti nelle librerie se non in quelle specializzate. Buona letteratura pluripremiata da anni in Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti e non solo, ma per lo più sconosciuta agli adolescenti in Italia.

Come a volte capita, forse si sono allineati i pianeti giusti, ho incontrato un’educatrice territoriale Paola Zermian che crede nel potere dei buoni romanzi in età adolescenziale e una bibliotecaria indomita e quindi tutto è cominciato.

Tre importanti punti da unire per partire con un gruppo di lettura dedicato ai ragazzi dai 13 ai 17: una pedagogista, una persona che conosce bene il territorio e una lettrice forte in grado di portare agli adolescenti i libri giusti per far nascere la passione per la lettura o anche solo alimentarla adeguatamente.

Quali sono i libri giusti? Quelli che consigliano altri lettori adolescenti.

Questo è il principio da cui parte tutto. Se mi sento in grado di proporre libri a un gruppo di ragazzi è perché per anni e anni ho letto libri consigliati da lettori adolescenti esperti (come quelli, per esempio, del festival di Mare di libri di Rimini). Da lì tutto è cominciato. Ho ascoltato autori come Murail, Chambers, Burgess e parecchi altri, ho partecipato a seminari organizzati da Festivaletteratura di Mantova o Hamelin di Bologna e partendo dai gusti dei ragazzi e della scrittura di grandi autori contemporanei pluripremiati e grandi educatori alla lettura, sono nate le mie bibliografie. Anni di letture. Anni ad ascoltare consigli letterari di esperti che stimo e ammiro. Anni ad approfondire gli spunti che mi arrivavano. Anni, non giorni e solo per avere un piccola formazione. Lo riconosco.

Lo ribadisco perché un gruppo di lettura per ragazzi adolescenti non s’improvvisa. Quando s’improvvisa, scusate se lo scrivo e sono antipatica, si fanno danni o al massimo non si creano lettori (e allora un club serve solo ad alimentare l’ego dell’adulto che lo dirige). Che danni? Più che danni, occasioni perse: non si allargano le prospettive di lettura con buoni libri; non si affina il gusto per la lettura che poi con il tempo porterà il lettore a cercare altri buoni romanzi, i propri buoni romanzi, scegliendo con cognizione di causa.

I libri giusti sono quei romanzi che sono ben scritti e raccontano una buona storia e che affrontano argomenti forti e vibranti, perché se vogliamo creare lettori (o la passione per la lettura) tra i giovani adolescenti dobbiamo mirare al cuore e toccare le loro emozioni.

Di autori contemporanei perché vicini alla realtà dei potenziali lettori e vivi perché non si facciano l’idea che la letteratura appartenga solo a persone morte. (I mestieri creativi esistono anche oggi).

Scrittura contemporanea di grande qualità+una buona storia+emozioni.

Altro particolare importante è che non si deve obbligare nessuno a leggere un certo romanzo, ma si può, a ogni incontro, offrire un ventaglio di proposte invitanti e accattivanti, soprattutto se si accolgono lettori dai 13 ai 17 anni, che sono molto diversi tra loro. Noi siamo arrivati ad avere sul nostro scaffale dei libri 100 romanzi, in un anno e 10 incontri. Ognuno affronta la lettura quando vuole e quando se la sente, non c’è obbligo. Ci sono molti buoni romanzi diversi tra loro. Si può leggere di quello che interessa o stimola di più in quel preciso momento della vita, senza imposizioni. E poi ogni lettore può portare le proprie proposte di lettura.

Dunque, a ogni incontro si potrà scegliere liberamente un libro da leggere, che poi con naturalezza spesso diventano più di uno. I buoni libri mettono appetito.

Il libro letto poi si racconta/ propone agli altri giovani lettori senza fare spoiler e con l’entusiasmo o il non entusiasmo che ha suscitato la lettura. Se si sono letti gli stessi libri (capita naturalmente) se ne discute. Ne discutono tra lettori. Certi romanzi arrivano poi sul blog del gruppo sotto forma di consigli letterari. Quindi se l’argomento che attira il lettore adolescente è forte, verrà letto/vissuto, poi raccontato e quindi addirittura scritto. Tutto questo si chiama crescere con i libri, diventare lettori consapevoli e autorevoli, saper parlare e scrivere e pensare. Un’operazione delicatissima che va fatta con responsabilità nonostante sostanzialmente per i ragazzi sia solo leggere insieme. Ecco perché un’educatrice esperta di dinamiche di gruppo adolescenziali c’è, osserva, legge, supporta.

Perché un blog?

Il blog è la voce della piccola impresa di alcuni ragazzi adolescenti nel mondo della lettura; lascia una traccia nel tempo per noi e per gli altri; combatte l’immagine del ragazzo lettore come solitario e casalingo, lo trasforma in leader positivo: i ragazzi che leggono creano ragazzi che leggono.

Importanti sono soprattutto i momenti di verifica e riflessione tra gli organizzatori ma anche tra gruppi di lettura.

Ecco a cosa serve fare rete: al confronto. E serve uscire dalle pareti della biblioteca, zona confort, e andare ai festival, partecipare a iniziative collettive, incontrare autori e conoscere altri ragazzi che partecipano ad altri gruppi di lettura.

E ancora, chi si prende il piacere e l’onere di organizzare un gruppo di lettura deve fare autocritica se necessario e i conti con i bilanci di fine anno; senza timore, senza vergogna verificare con chi l’affianca i punti critici e migliorarsi, perché tutti sbagliamo e tutti possiamo migliorare.

Insomma fare le cose per bene per creare lettori adolescenti, per far crescere quelli deboli e alimentare quelli forti, non ha nulla a che vedere con l’improvvisazione sopratutto in un Paese di adulti non lettori.

Come per il teatro e per la danza così anche per la scrittura, tutti si sentono autorizzati e competenti per scrivere libri, fare corsi di scrittura o organizzare gruppi di lettura per ragazzi adolescenti (che sono cosa diversa da quelli per adulti).

Nessuno manderebbe il proprio figlio in una scuola dove insegnano docenti che non hanno una laurea e non sono abilitati all’insegnamento, ma nessuno ha problemi a comprare un libro di pessima qualità per i propri figli o per sé… ma questa è un’altra storia e un altro articolo.

(Per approfondire Gdl per adolescenti, come non educarli L’incontro con l’autrice e gli articoli raccolti in FIUTANDO LIBRI)

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Se la tua colpa è di essere bella – la lettura di Mara Mundi per Firufilandia


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È raro trovare libri così onesti come “Se a tua colpa è di essere bella” di Giuliana Facchini, uscito per Feltrinelli, nella collana per ragazzi FeltrinelliUp, poco meno di un anno fa. È onestissimo nella scrittura: non vuole stupire, non ammicca al lettore, ma tiene salda la penna, offre qualità e cura, rende credibili la voce narrante, i dialoghi, le situazioni e i personaggi.

È onesto nella trama, che racconta la storia di tre amici, ai primi anni del liceo, alle prese con il tentativo di violenza subito da una loro compagna di classe, una sera, ad una festa di compleanno in discoteca.

È solo il pretesto narrativo, questo, per raccontare i giorni in cui il gruppo s’impegna per difendere la reputazione della loro amica, per smontare gli stereotipi, per richiamare l’attenzione sui diritti delle persone. Ma soprattutto, nelle trame della vita quotidiana, senza sbavature, lontano dalle vetrine e dai podi, questi ragazzi ci mostrano che si può, anzi, si deve coltivare il sogno di un futuro collettivo migliore e che la vita ha senso soltanto nell’appartenenza, nell’essere con gli altri, in relazione .

Libri così, ci fanno sperare che il cinismo, lo sfruttamento reciproco che condiziona i rapporti di troppi adulti andati a male, sarà arginato dalle nuove generazioni, che ad esempio, tappezzeranno la facciata esterna dell’istituto scolastico con degli striscioni per rispondere agli attacchi omofobi ricevuti da un loro compagno. È successo a Brindisi, con un flash mob di solidarietà, appena qualche giorno fa. Succede anche nel romanzo, con un flash mob all’ingresso della scuola in omaggio a Laura, la bellissima ragazza processata dalla stampa dopo il tentativo di violenza, con frasi striscianti del tipo: se l’è cercata, troppo provocante, era vestita in modo succinto…

In questo libro apprezziamo il valore di chi combatte per la propria e per l’altrui felicità, e poco importa se si lotta per difendere il proprio diritto a portare un vistoso fiore tra i capelli, oppure per superare una difficilissima operazione di mastectomia bilaterale. Hanno valore entrambe le situazioni, perché entrambe celebrano la vita.

È un libro che canta la gioia in ogni sua forma, come si legge anche nella poesie che compone il protagonista. La voce poetica di Valerio, che dissemina versi e filastrocche, è opera di Roberta Lipparini, autrice delle poesie, che troviamo impastate qui e là in un romanzo che arriva come una carezza.

Oppure, per usare il linguaggio cinematografico cui spesso l’autrice fa ricorso, è un libro che vi terrà compagnia molto oltre i titoli di coda.

 

 

Mara Mundi, bibliotecaria e giornalista, è laureata in scienze pedagogiche e della progettazione educativa, con un corso di perfezionamento in letteratura per l’infanzia e promozione della lettura. Autrice di due saggi, pubblicati da Aracne, è convinta che leggere ad alta voce per persone di ogni età sia un atto d’amore e di cura.

 

 

 

 *Questo blog è un mio diario, anche se in realtà è intitolato al mio cane Brik. È un album dove mi piace raccogliere foto, appunti, ricordi e bei momenti della mia vita professionale e non. Questa recensione mi è particolarmente cara. Grazie Mara!

Giuliana 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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MA…

Un anno importante il 2018 per me. Due nuovi libri per ragazzi 13/17, quell’età per cui mi piace tanto scrivere. E un’età con cui mi piace tanto dialogare, infatti è nato anche un gruppo di lettura 13/17 nella biblioteca del Comune dove vivo, quello dei Lettori Ribelli. Un percorso il mio cominciato tanti anni fa e proseguito con tenacia. Ho lottato per quello che volevo fosse il mio mestiere e per farlo come lo intendo io.

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Ultimi usciti…

I ragazzi 13/17 non leggono, sembra incredibile voler scrivere per loro.

Ma… esiste un MA grosso, gigantesco. È quella congiunzione avversativa che racchiude in sé le potenzialità inespresse, accantonate, disabilitate. Esiste la fiducia in un futuro prossimo che sta tutta stipata in quel MA.  Le biblioteche scolastiche praticamente non esistono, ma tante insegnanti leggono insieme ai ragazzi; le biblioteche in generale non hanno fondi, ma i gruppi di lettura nascono e vivono nelle storie; le librerie a volte sono costrette a chiudere, ma noi scrittori continuiamo a scrivere pensando come lettore ideale un ragazzo o una ragazza.

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LEGGERE RIBELLE/ http://www.leggereribelle.com

Sembra l’azione di un manipolo di folli, eppure quella follia è ossigeno. Forse elio, forse un gas inebriante che contagia e  appassiona. Ogni romanzo appartiene a un lettore, eppure la storia può essere sempre la stessa che unisce nella naturale diversità di ognuno. Le buone storie non devono insegnare nulla, eppure nelle storie impariamo a essere liberi e a esercitare la nostra libertà.

I ragazzi e le ragazze che vivono pienamente il loro presente, ma hanno anche un libro  da leggere tra le mani, hanno dei sogni nel cassetto. In quel cassetto sta il futuro, anche quello di noi adulti di oggi.

Solo il vero folle non crederebbe nei ragazzi lettori e nelle ragazze lettrici.

Buon Natale e sereno anno nuovo!

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Le  mie  prossime letture!
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I miei libri…
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I miei libri…
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I miei libri…
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I miei libri…
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I miei libri…
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Una ciotola di emozioni forti… è solo Letteratura! (Umi’s review)

Recensione di … 

41Yb72PWMIL._SX331_BO1,204,203,200_Raccontami un giorno perfetto di Jennifer Niven edito da De Agostini è una storia importante, un romanzo poderoso e potente. Racconta di Theodore Finch un ragazzo con pochi amici, che tutti chiamano Lo schizzato. Uno fuori di testa, uno con cui è meglio non farsi vedere in giro. Un tipo che sale sulla torre campanaria della scuola per provare a capire l’effetto che farebbe buttarsi di sotto. Proprio in bilico sul cornicione Theo conosce Violet una ragazza tormentata. Una brava ragazza che dopo la morte della sorella in un incidente stradale pare non sappia più cosa farsene della vita. Finch la dissuade da un maldestro tentativo di suicidio ma per l’intera scuola, che li guarda con il naso all’insù, accade il contrario: quella brava ragazza di Violet sta tentando di salvare quel matto di Finch. Tra i due nasce una relazione incerta, legata a un progetto di approfondimento scolastico del territorio dell’Indiana, lo stato americano dove i due vivono, ma poi diventa amore, vero e importante.

Il tema del romanzo sono gli adolescenti e il maledetto fascino del pericolo mortale che attrae e che diventa suicidio quando si associa al disturbo mentale. In una nota alla fine del libro la Niven svela che la storia le è stata ispirata da un fatto veramente accaduto durante la sua adolescenza e chiarisce con forza come nessuno debba mai sentirsi solo o abbandonato perché c’è sempre un aiuto per lui. L’autrice esamina un tema importante e difficile da affrontare e lascia intendere tra le righe, ma con determinazione, come tra gli adolescenti s’innesti spesso il desiderio di farla finita con la propria vita perché si sentono diversi, fragili, soli e succede anche a quelli che paiono più “solidi”.

Il romanzo si snoda nel quotidiano dei due adolescenti protagonisti, le loro storie private e le loro personalità si dipanano con maestria tra le pagine e ci coinvolgono. Finch saprà salvare Violet dai suoi tormenti: proprio lui con dolcezza, fantasia e coraggio riuscirà a farle trovare equilibrio e serenità. E Violet saprà aiutare Finch? Finch può o vuole essere aiutato? Un romanzo difficile che porta il lettore a confrontarsi con due personalità che mutano abilmente grazie alla penna dell’autrice e lasciano nel lettore mille domande.

Finch è sempre Finch per tutti, mai Theodore come se il nome di battesimo non si potesse usare. Sin dall’inizio capiamo che quel ragazzo bellissimo e prezioso non lo raggiungeremo mai. Anche i luoghi che i due visitano per l’iniziale lavoro scolastico prendono consistenza e finiscono per essere uno scenario così importante da accompagnarci fino all’ultima pagina.

Libri come questo non si lasciano finire tranquillamente e ci appassionano al punto da chiederci: Non si poteva fare qualcosa?

Mi torna in mente un libro di Anne Fine: Quella strega di Tulip, in cui la piccola protagonista si chiede perché gli adulti si accorgano sempre troppo tardi dell’imminenza di una tragedia e forse dovremmo chiedercelo anche noi. Noi adulti e loro, i giovani lettori, dovremmo chiederci: riusciamo a essere attenti all’altro al punto da capire quando ha veramente bisogno di aiuto? Anche i coprotagonisti di questo romanzo vivranno infine il nostro stesso dilemma: i genitori di Theo separati e presi dalle loro vite e quelli di Violet esemplari eppur fragili; le sorelle del ragazzo che di lui si fidano ciecamente; i professori e gli amici dei due adolescenti.

Eppure un piccolo nodo da sciogliere, infine, mi rimane leggendo questo romanzo e in generale romanzi come questo: se parliamo agli adolescenti di suicidio, dovremmo essere certissimi di far capire loro quanto sia prezioso il dono della vita. Non dovrebbe esserci nessun margine di dubbio su quello che è sbagliato e quello che è giusto quando si cammina sul filo del rasoio di una giovane esistenza e questo deve essere chiaro malgrado il fascino dannato e la bellezza catalizzante di un personaggio. Concludendo, le scelte dell’autrice, il come e il cosa voglia raccontare ai suoi lettori con la bravura, coraggio e grande capacità di coinvolgimento sfociano in un gran bel libro. Quando si legge un romanzo così ben costruito dove i personaggi sono tridimensionali non possiamo cedere ai timori o spaventarci, ma dobbiamo prendere coscienza che la letteratura aiuta spesso a capire, a diventare più sensibili ed essere consapevoli che quando si chiuderà il libro saremo immancabilmente cambiati.

                                                                                                                    G.F.