Volevo scrivere di corpi femminili. Era tanto che volevo farlo. L’ho fatto con Ladra di jeans, ma è stato solo l’inizio.
In realtà i corpi mi facevano paura, come a tanti di noi. L’immaginario collettivo ha idee molto chiare al riguardo. Chiare sono le sue immagini.
Per guardare davvero i corpi dobbiamo andare altrove, dove l’immaginario non è riuscito a creare il diverso. Come dice Padma, come capisce Gemma. Un non luogo da cercare, da trovare, dove anche il “vecchio e brutto” assume bellezza e possiamo guardare con occhi nuovi quello che non ci spaventa più.
Se la seduzione non è la sola voce di un corpo, allora i solchi, le pieghe, le spalle curve, la pelle vuota diventano come la corteccia di un albero.
Lavare un corpo vecchio è come lavare un bambino, è una maternità tardiva che sorprende; che trasforma gesti filiali in materni e insegna a leggere al contrario. Nel corpo vecchio vedi l’oltre e la seduzione femminile diventa la veste leggera, un nulla nella totalità.
La vera bellezza, di colpo capisci, sta nel tempo consumato e mai in uno stato intermedio.
Così tutto cambia se trovi e ti fermi in quel non luogo dove non c’è il diverso.

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