IL SEGRETO DEL MANOSCRITTO Notes Edizioni 2016/2023
A fine marzo 2016 in libreria il libro che ha vinto il Premio Giovanna Righini Ricci con la splendida copertina di Cinzia Ghigliano.
Sono felice che la storia scelta dalla giuria ragazzi del Premio sia stata approvata da Carla C. Martino della Notes Edizioni. E’ bello che i giovani lettori vedano riconosciuta la loro valutazione di un manoscritto da parte di una casa editrice di qualità. Sono felice di dimostrare ai giovani giurati che non hanno letto e discusso invano, perchè a questo serve un Premio Letterario: a farci intendere che leggere, produrre libri e proporli in libreria non è inutile. Se quei ragazzi hanno saputo scegliere una storia da pubblicare a dodici anni, possono continuare a leggere e valutare libri per tutta la vita!
Leggere ci rende liberi, liberi di immaginare una storia oppure di chiudere un libro. Liberi di decidere. Con un libro tra le mani e la testa tra le pagine facciamo piccoli esercizi di autonomia e impariamo a vivere. Tutti!
Come nascono le storie?
Sono cresciuta con racconti di ogni tipo, ma adoravo sentir leggere mia madre che traduceva a braccio dal francese le avventure di Arsène Lupin di Maurice Leblanc.
Figurarsi l’emozione quando, qualche anno fa, visitando la cittadina di Etretat nell’alta Normandia vidi la casa appartenuta all’autore dei romanzi del famoso ladro gentiluomo. Proprio lì nacque l’idea di questa storia. Quel giorno piovigginava e l’aria era ferma e grigia. Non c’era nessuno per le strade di quella cittadina e anche la “guglia cava”, che ispirò la prima avventura di Arsène Lupin nel romanzo “L’Aigulle creuse” uscito prima a puntate e poi in libreria nel 1909, aveva un aspetto misterioso.
Immaginai una casa antica divenuta museo e una ragazzina appassionata di misteri. Un Arsenio Lupin tutto italiano, un piccolo paese su un’isola che vive solo di turismo e rocce a picco su un mare meraviglioso.
Voilà: Il segreto del manoscritto!
D’accordo nella mia storia non poteva mancare un gatto un po’ magico, possibilmente bianco come il mio Indi.
Ancora una cosa volevo raccontare: “La vita era dura, alle volte era difficile andare avanti, ma c’era unione tra le famiglie. Gli uomini si aiutavano nella pesca, i bambini crescevano insieme e se si era in difficoltà, si ricorreva all’esperienza degli anziani. E le donne… le donne erano lavoratrici, educatrici e motore della vita dell’intero borgo.” Volevo raccontare del passato e di un gioiello antico che passa di mano in mano tra le donne di diverse generazioni per arrivare a una ragazzina che raccoglie anche la meravigliosa eredità di scrittrice del bisnonno.
IL SEGRETO DEL MANOSCRITTO di Giuliana Facchini – marzo 2016 – Notes Edizioni – Collana: Schegge – In copertina disegno di Cinzia Ghigliano – Pagine: 144 – Età di lettura: 12 anni
Premio Inediti 2015 Giovanna Righini Ricci
In un piccolo paese sul mare. Su un’isola. Una vecchia casa trasformata in museo per turisti, ricca di mobili d’epoca, quadri, collezioni di libri antichi di un famoso scrittore di inizio Novecento, Ludovico Bardo. Una ragazza di dodici anni, Susi, che abita lì perché quella è la casa del bisnonno scrittore, unica eredità rimasta di fortune passate. L’amico di sempre di Susi, Antonio. La bellissima cugina tredicenne Cecilia, che arriva dalla città convinta che su quella piccola isola si annoierà a morte. Un misterioso gatto bianco che di notte guida Susi nei segreti delle stanze. Un manoscritto nascosto in cui si narra di gioielli rubati, di una misteriosa ballerina russa, di una villa a picco sul mare, di una grotta dissimulata sulla scogliera. Un antico medaglione.
Fatti risalenti alla seconda guerra mondiale dei quali le vecchie donne del paese bisbigliano ancora i segreti…







brioche. Io non devo rimanere fuori, entro e sono educato. La proprietaria, una donna gentile e dolce (ovvio), mi offre ogni mattina un biscotto a forma di cuore. Che è a forma di cuore lo ha detto la Umi, io so solo che è buono e sa di burro. Resto composto mentre la Umi chiacchiera e paga e, prima d’uscire, saluto con un colpo di coda e un sorriso canino.




agazzini, la schiavitù e la violenza sulle donne e sulle bambine? Le mutilazioni e le feroci morti inutili? Come posso ignorare esseri viventi ingabbiati, torturati, divorati senza pensare al loro cuore che batteva, ai loro occhi che nascondevano paura e rassegnazione, al loro essere nati, senza saperlo, solo per essere consumati. Nessun ciclo della vita per alcuni. Niente etica nella morte, niente dignità tra gli uomini. Che faccio: addobbo l’albero? Siamo torrone incenerito, carbone amaro e polveroso.
ella creazione che assomiglia a quella dell’immaginazione. E ci vuole immaginazione per una vita che si rinnova instancabile, nonostante tutto, negli esseri umani, negli animali, negli alberi e nei fiori. Né padri, né madri, indiscriminatamente siamo tutti genitori di semi di stelle luminose oppure oscure. Tanti doni in uno: la vita che è colostro al sapore di vino moscato.
r la collottola per non far loro del male e adesso vanno e sono meravigliose, scaldano il cuore. E non è tutto: alcune mi scodinzolano attorno, altre fanno nido sul mio grembo con fiducia, altre saziano lo sguardo, verdi e legnose o esili e profumate.


