Non è sempre facile vivere con un cane, con un border è ancora peggio. E’ da un po’ di tempo che Bryce incontra altri cani e quelli gli ringhiano o gli abbaiano contro. Lui alle volte risponde, altre smoscia la coda e guarda altrove. Comincio a pensare che sia un tipo antipatico e bisogna ammettere che i border sono un po’ supponenti. Insomma hanno la sindrome dei primi della classe e non solo nei confronti degli altri cani.
Dunque, io apro gli occhi al mattino, mi alzo (e di questo abbiamo già parlato … Buongiorno 🙂 ), ma mentre sto scendendo al piano di sotto, arrivata a metà scala, il border che mi precede s’inchioda e mi guarda: “Hai preso il telecomando per disattivare l’allarme?” Clicco e al bip lui procede verso la cucina. Se il fratello umano più giovane non si alza, ci pensa lui a buttarlo giù dal letto e quando esce lo segue con lo sguardo sino alla fine del vialetto di casa, dovesse mai perdersi! Quindi, NOI dovremmo prepararci per l’abituale passeggiata, ma prima, di solito, controllo mail, social e blog e aspetto le otto per la consueta telefonata mattutina alla nonna. Alle otto, puntualmente, qualcuno mi ricorda che sono le otto e poi si piazza davanti alla porta del bagno: non sia mai dimenticassi che prima di uscire ci si lava. Se decido addirittura per una doccia, Brik crolla muso a terra perché usciremo con un po’ di ritardo e se la doccia si prolunga arriva pure un abbaio perché l’acqua non si spreca. Inutile dire che, in una stanza da bagno che non è un salone da ballo, per circolare bisogna scavalcare un border (anche questo è ostruzionismo: pacifico sit-in da bagno). Al rumore del phon il border alza la testa, cioè si desta all’ultimo atto e applaude a codate perché finalmente si potrà uscire. Mi guida a prendere la giacca e le scarpe neanche fosse un cane per non vedenti e finalmente siamo fuori.
Al rientro a casa accendo il computer e mentre mi preparo una tazza di tè da portarmi sulla scrivania, qualcuno al gusto di stracciatella ci si è già accucciato sotto. Quando finalmente mi siedo, mi guarda interrogativo: “Ma, stamani, non dovevi scrivere un articolo per il mio blog?”. Poi si acciambella e finalmente può riposare. E’ un border, i border, si sa, sono cani da lavoro e il suo è un duro lavoro ma qualcuno deve pur farlo.
P.S. Se avvertite una leggera ironia in questo articolo, non fateci caso è un vezzo: mi fa piacere avere sempre accanto un’ombra alla stracciatella che scodinzola allegramente, con la pelliccia morbida da accarezzare e con gli occhi color ambra accesi di curiosità. Cavaliere fidato o fata madrina? Fate voi, io sono solo felice d’aver incontrato border Brik!
Quanto amore te a lui e lui a te !
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