Pubblicato in: Donne in corriera e madri da tartufo

Donne in corriera e madri da tartufo. La terapia

Ebbene mi sono concessa una spesa rilassante al supermercato: non al centro benessere, ma proprio al supermercato.

Si tratta di quella terapeutica operazione che ci permette di affrontare positivamente i lavori sporchi.

Dopo aver parcheggiato in quel posto, sì proprio in quel rettangolo bianco dove ero ferma quando ricevetti la telefonata che mi annunciava la vittoria del Premio Arpino, in quella piccola area di sosta che se trovo libera è presagio di buona giornata, mi sono armata di carrello e sono entrata con cuore leggero nel supermercato. Ho chiacchierato davanti ai limoni con un anziano signore molto distinto, un gourmet che produceva liquori fatti in casa e cercava frutta non trattata. Una discussione interessante che ha spaziato dal biologico ai viaggi in Svizzera. Poi qualche scontro con carrelli amici e vecchie conoscenze e un girovagare creativo tra le corsie alla ricerca d’idee per pranzi e cene sani, veloci da preparare e appetitosissimi (corsia 9 e ¾ non trovata). Quindi, mi sono concessa un quarto d’ora di lettura di etichette nel reparto biscotti e gallette alla ricerca della marca cui dare la Palma d’Oro per assenza di olio di palma tra i propri ingredienti (premio non assegnato). Quindi si torna a casa sereni e soddisfatti, dopo una breve e organizzata sosta alla cassa e con il bagagliaio pieno di scorte alimentari che mi auguro bastino almeno per due settimane, forse tre… insomma fino a che frigo e credenza tristemente vuoti mi richiameranno alle armi.

La spesa spensierata non prevede la famosa lista per non scordare l’indispensabile, diligentemente fatta e doverosamente lasciata a casa. Dunque, a un veloce check, ho dimenticato solo il latte (bottiglia vuotissima), l’olio si semi di girasole per Bryce (rende bello il pelo di chi è già bello) e il sale per la lavastoviglie (macchina ferma e pienissima). Per rimediare a questo spiacevole effetto collaterale farò un raid più tardi senza carrello. Entrerò furtiva e lesta, dribblerò la folla, afferrerò i tre prodotti mancanti e farò coda con aria mesta per pagare tre miseri pezzi contando sul buon cuore della massaia che intasa la cassa con un carrellone strapieno di vettovaglie.

Quando i miei figli erano piccoli usavo le storie e le letture ad alta voce per rendere risolvibili i problemi irrisolvibili, gradevoli le incombenze sgradevoli… diciamo, se può essere utile, che non ho perso il vizio.

Pubblicato in: Canine English Version!

I’m a lucky guy

OSSI was born in a beautiful cottage in the wood where I spent my time with 8 red, white and multicoloured brothers. My human mentor, from now on called “umi”, came to take me on a late autumn day (her beloved season), when the wood’s floor was completely covered by red and yellow leaves. It rained, the leaves shone like they were waxed and the sunlight gave them warm, bright and smelly reflections. Rows of vines and evergreen trees covered the hills and the landscape while I was looking out of our car’s window. I was not afraid, but leaving my brothers and the human Who helped me to come to the world made me a little bit nervous. I was full of trust in humans, like all the dogs growing among them.

As I arrived at my new home I met two cats Who were bigger than I. We sniffed eachother carefully and meaowed something like: “Ehi anotherone came in!” Then I met my two crazy human brothers and I played pulling the rope and biting: I liked them immediately.

Humans are obsessed by their den’s cleanness and put a kind of abortbent mat where you have to use as a “toilette”. Every time you do it they give you a treat. You can get a lot of them controlling carefully pee and poop.

The human Who helped me coming to the world advised my Umi I should not going up and down the stairs to prevent my bones from breaking. Therefore my umi built a wooden gate: such a beautiful piece of handwork! When my human family put it by the stairs I shouldn’t go up, we all looked at it proudly. When I went through the bars to look at it from above they all sat on the ground sadly but I still haven’t understood why…. they talked about wrong measures but they weren’t! The wood was so soft to gnaw… Thus Umi invented the human lift: to go up-or downstairs I took the first human passing by and I even got a treat! When you say the convenience!

At the very beginning Umi didn’t allow me to sit on the couch (growing up and with the right supports I solved this unfortunate situation) As she thought I wanted to get on to stay near her (she is so sweet) she sat on my pillow with me. It wasn’t bad to stick at her while she was working. She put her pc on her lap, writing and saying: “My next novel will be written by a dog” but I was not offended.

We stayed for hours on my pillow, I slept or chewed a bone while she wrote aloud. What does it mean? See you next time!

Pubblicato in: Ragionando di un cane di nome Brik...

Osservazioni quasi scientifiche per stomaci molto forti

Nel posto dove vivo è arrivata un’ondata di cani. Non so se sia una nuova moda o amore, comunque te ne rendi conto perché al parco, sul viale, sui marciapiedi, davanti ai cancelli, sono fiorite delle cacche grandi, sode, belle, quasi finte.

Da ciò si deduce che i proprietari sono poco preparati in educazione civica, ma sono commercialmente ben attenti.

Allora parliamo di marketing utile: pubblicitari diamoci una mossa con le idee per vendere sacchettini da raccolta deiezioni! Per una volta potete rendere un servizio all’umanità. (Potete anche copiare da altro tipo di sacchettini, in merito ai quali vi siete sbizzarriti) Non sarà mica difficile? Sacchetti colorati, profumati, small o extralarge, con il nome del cane sopra come la Coca Cola, a guanto per praticità, biodegradabili per i vegani, con scritta la parola CACCA per far ridere i bambini educandoli al rispetto degli altri, col dispenser musicale che applaude e scampanella ogni volta che stacchi un sacchetto e infine quelli tecnici con sottovuoto integrato per le massaie impenitenti o per l’analisi delle feci. Sono certa che il neo amico del migliore amico dell’uomo non disdegnerà un nuovo accessorio fashion.

Per concludere, non me ne vogliano i cinofili, a me queste cacche così finte più che schifo fanno un po’ impressione e mi viene la nostalgia di quando i cani mangiavano gli avanzi di cucina: c’è poco da fare neanche le cacche son più quelle di una volta.

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Vignetta della nonna gattofila di Brik

Pubblicato in: Dialogando con Brik

vet o mio dolce vet

brik nella sala d’aspetto del veterinario fa il polemico.

Lui entra e si guarda attorno, ignora i pazienti miagolanti nei trasportini o nelle gabbiette e si concentra sui cani. Cerca subito di stabilire un contatto con ognuno dei presenti, lui non si fa i fatti suoi, lui deve annusare con chi divide la stanza.

Bryce: – La fauna della sala d’attesa del veterinario non è delle migliori. Ho sentito lì dentro cose, che voi umani neanche potete immaginare. Stiamo tutti insieme in quello spazio angusto, bestie di tutte le taglie: alcune immense, altre minuscole. Non dico che uno voglia farsi quattro corse e due, tre giri di annusate di sottocoda, ma un minimo di socialità non guasterebbe per stemperare il nervosismo.

Lui osserva un TerOLYMPUS DIGITAL CAMERAranova di dimensioni orsine, sdraiato, pacifico, con il muso a terra. Brik strisciando con indifferenza cerca di avvicinarlo. Quello apre un occhio e lui s’immobilizza (uno, due, tre, stella?) e poi ancora spalmato a terra cerca d’arrivare ad annusargli una zampa. Il Terranova apre entrambi gli occhi e il brik sbatte la coda socievole:  – Ehi orso, come va?

 Bryce: – L’orso fa da tappeto e comunica solo aprendo e chiudendo gli occhi neanche fosse in stato terminale, una cagnina bianca ansima di paura, il cucciolo di Golden mena pacche e si morde la coda. Pare abbia fatto fuori l’intera confezione di pillole anti-concezionali della sua umana comprese di blister: eh, no, i cuccioli non ci arrivano proprio! Poi c’è il Lupo Cecoslovacco: ecco quello di sicuro non lo reggo! Ti guarda con lo sguardo accigliato che ricorda quello degli Husky, uno sa che se sei un Husky guardi così, ma se sei un Lupo Cecoslovacco, invece, DAI FASTIDIO… Poi sta fermo, in punta di zampe e ringhia fesso, come se fosse arrivato ieri dalla Siberia e non conoscesse altri abbai se non “io ti spiezzo in due”. Rilassati, Siberia! Gli volto le spalle. Ti ignoro Siberia, smettila di grugnire.

 Brik si dimentica di quelli in attesa, si sdraia elegantemente: zampe alla stracciatella distese, spalle erette, orecchie dritte (una a metà) e muso illuminato da due occhi attenti a quello che avviene nell’ambulatorio dietro la porta a vetri.

Bryce: – Mi siedo con sfacciata eleganza e il mio sguardo si concentWP_20150125_11_29_13_Prora sui suoni che provengono dall’ambulatorio vero e proprio. Cerco di decifrare un urlo felino: raccapricciante. Lo stomaco mi si stringe. Esce la dottoressa e parla: seguo il movimento delle sue labbra, mi sforzo di capire il linguaggio degli umani. Gli hanno schiacciato le ghiandole perianali? Guardo il gatto nel trasportino: sì, succede anche questo qui dentro, e poi ti rattoppano, di pungono, ti spediscono a fare un trip con l’anestesia, ti misurano la febbre in modo non convenzionale. Io alla fine ci ho rimediato un orecchio ricucito abbastanza dritto, con tre strisce genetico-fashion bianche, una sorpresa della natura! Sì, ci può stare fratelli: il mio nome totemico sarà Orecchia Striata, anche meglio di Due calzini!

Bry

 

Pubblicato in: Fiutando Libri!

Una ciotola di emozioni forti… è solo Letteratura!

 

Ti chiami lupo gentile” di Luisa Mattia è un libro sincero e vero, regala emozioni e parla di legalità con il linguaggio dei ragazzi.

lupo gentile

Pubblicato in: Canine English Version!

Welcome on my blog!

My human mentor decidappena arrivatoed to collect my thoughts and adventures on this blog.

I’m a border collie, a shepherd’s dog, an attentive, wild and charming predator… But my human has no sheep and doesn’t live on a farm. I was told that apparently she is a kind of a writer and she always brings me in libraries and literary events. What a life it’s mine!!! Perhaps even a scandalous one for a dog of my breed. Nevertheless I decided to take care of this human and to stay by her side. She is not so bad, afterall she cares about me and it’s known that dogs are loyal companions.

 

Pubblicato in: Canine English Version!

Let’s explain!

Foto di Martina Miradoli
Foto di Martina Miradoli

To write about Bryce, aka Brik, is natural to me like it was years ago when I told stories to my sons and I put them black on white… Once a friend told me not to humanize my dog but once again it was so natural to me to use my pen to describe his behaviour in a serious and amusing way.

To write about Brik is like a game, a little tribute to his contagious joy and an excuse, so dear to every writer, to look around and Tell a story. From now on I will describe myself as “his human mentor”. Yes, I know, that from the very beginning there have been dogs and owners, but Let me use this poetic licence. Nobody should own someone: no man owns a woman or another man; nor a woman owns a man or another woman. A father doesn’t own a son nor does a mother. Therefore I don’t want to own a dog, I want to believe he choose to stay with me and never leave me ad I will never leave him.

Pubblicato in: Avvertenze ed effetti collaterali, Canine English Version!

Canine English Version!

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Brik è un border collie e non poteva tradire le sue origini… quindi ha deciso che il suo blog avrà una Canine English Version!

Being a Border collie, Brik couldn’t ignore his origins and therefore decided to have also a Canine English Version of his blog.

 

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Orma Rossa

Cureranno le traduzioni dei suoi articoli la freelance Gingerbell Orma Rossa e la sua assistente Gingerbell Glen Grant.

Freelance Gingerbell Orma Rossa and her assistant Gingerbel Glen Grant will translate his articles.

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Glen Grant

 

 

 

 

 

Alla tastiera del pc per loro, l’umana di riferimento Anna, alla quale va un caloroso benvenuto!

On behalf of Orma&Glen Anna, their human mentor, will be at the pc keyboard… welcome on board!!!

 

Pubblicato in: Fiutando Libri!

…naturalmente ricchi delle proteine della Lettura!

Sorelle di carta” di Cristiana Pezzetta racconta l’amicizia di due ragazze e svela il fascino della terra siriana. Da leggere ora.

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Pubblicato in: Donne in corriera e madri da tartufo

Donne in corriera e madri da tartufo: la ricerca.

Consigliato per chi vuole riattivare la circolazione sanguigna la mattina presto e soffre di pressione bassa.

L’esercizio consiste nell’alzarsi alle sei e dopo il caffè attivarsi per la ricerca a tempo di un oggetto perduto.

Perlustri ogni stanza con attenzione e l’uso eventuale (consigliato per la salute del timpano auricolare) della torcia, lì dove qualcuno ancora dorme. Il tempo passa e la ricerca sembra vana. Rifai il giro dei locali, naso a terra, usando anche il fiuto. In mansarda il gatto ti guarda, seduto composto e con sguardo severo, neanche fosse un giudice di gara. Stai attenta: potresti essere squalificata. Il piano A di ricerca fallisce miseramente e bisogna passare al B, più cerebrale (fase due: dopo aver svegliato il corpo ci si concentra sulla mente). Seduta al tavolo di cucina, davanti a una tazza di tè nero forte, attivi un interrogatorio mirato all’occultatore dell’oggetto con messaggi WhatsApp: “Torna indietro nella memoria, dove lo hai usato per l’ultima volta? Quando lo hai usato? Con chi eri?” Il border si sdraia a terra con il muso tra le zampe: ha capito che deve trattenerla. I minuti scorrono e anche il piano B non produce risultati, il tempo è scaduto. Mentre costruisci una mappa degli ultimi spostamenti dell’oggetto preparandoti a una verifica outdoor, cercando di allontanare il pensiero della denuncia di smarrimento dei documenti e dell’attivazione della nuova tessera autobus e del nuovo badge scolastico, arriva un messaggio sottobanco: “trovato nello zaino” (già, il posto dove non lo avresti mai cercato). Dopo un simile inizio di giornata potresti sventare un intrigo internazionale, fare un giro di agility arrivando all’ultimo ostacolo prima del brik, oppure, se sei una mezza tacca di autrice, metterti a scrivere.

Pubblicato in: Ragionando di un cane di nome Brik...

L’invadente metodo inventastorie

Incrocio un vecchio signore mentre mi trovo in centro paese con Bryce. I miei occhi scorrono velocemente la sua figura e si fermano sui guanti. L’anziano ha una chioma di capelli bianchi che contornano un viso secco e liscio. Ha occhi azzurri velati e rosse labbra sottili. Indossa un giaccone blu scuro su pantaloni e scarpe dai colori sobri, ma sfoggia un paio di guanti di pile rosso a quadri scozzesi. Sono un faro su quella figura anziana dai colori scuri.  Ecco come alle volte nasce una storia o un racconto, ecco come nascono le avventure del brik: da un piccolo spunto, un particolare che accende l’immaginazione.

L’anziano quei guanti li ha ricevuti per Natale. I ragazzi, mentre sceglievano il regalo per il nonno, d’un tratto avranno stillato: “Quelli! Quelli!” attirati dai colori sgargianti del pile tra i guanti da uomo un po’ seriosi, di lana o di pelle, neri, blu o marroni. “Ma il nonno non metterà mai una cosa del genere!” avrà commentato la mamma. “Sono belli, colorati, fanno allegria!” avranno replicato loro. Lei avrà sorriso pensando che sarebbe sciocco negare ai ragazzi la gioia di aver scelto il dono. E così i guanti in pile scozzese finiscono sotto l’albero di Natale della nostra storia e il nonno ride quando scarta il regalo e dice che non è più un ragazzino lui, ma in fondo è contento di quel dono un po’ bambino. Con pazienza tipicamente anziana li indossa quei guanti: al bar o al circolo dirà che è un regalo dei suoi nipoti.

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D’accordo è una storiella buonista e natalizia ma tenete conto che stavo mangiando una fetta di pandoro offerta dagli alpini, ero sotto stelle luminose che suonavano “Jingle bells” e il brik mi tirava a zig zag tra le gambe della gente per raccogliere briciole e leccare zucchero a velo. Avevo pochi secondi prima di filarmela perché il vigile mi puntava da lontano e sicuramente mi avrebbe chiesto la museruola, che non avevo, per il brik, quindi l’immaginario è andato sul facile.

Certo, il nonnetto poteva essere un cleptomane, i guanti avrebbero potuto essere del fratello, abile suonatore di cornamusa, ahimè defunto. Oppure avrebbero potuto essere stati fatti a mano dalla moglie che comprava scampoli di tessuto ma era finita ai domiciliari per molestie ai commessi dei grandi magazzini. L’anziano signore poteva averli comprati, trovati, rubati… in fondo cosa importa? Quello che conta è il gioco dell’immaginazione: l’invadente metodo inventastorie! Da quando ricordo, per me, è sempre mode on!

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Pubblicato in: Fiutando Libri!

Sgranocchiando avventure!

 

aquila e giaguaro

Tre libri avventurosi e affascinanti scritti per ragazzi (ma non solo) da una grandissima autrice: Isabel Allende. Nadia e Alex, alias Aquila e Giaguaro, sono due ragazzi adolescenti che s’incontrano nella foresta amazzonica. Tre storie scritte per evadere dai nostri confini geografici e scoprire una meravigliosa simbiosi con la natura, raccontate come solo la signora Allende sa fare.

La città delle bestie, Il regno del drago d’oro e La foresta dei pigmei. Oppure la raccolta Le avventure di Aquila e Giaguaro.
allend allende    allen

 

 

 

Pubblicato in: Colpi di coda

datemi un cane stupido…

Io, con giacca e sciarpa, e Bryce, con pettorina e guinzaglio, ci apprestiamo a uscire dal cancello del nostro giardino. Ho dimenticato di aprirlo da casa: mollo il guinzaglio, pesco la chiave nella tasca e sblocco la serratura che fa un sonoro click.

Bryce conosce bene quel click. Bryce ha fretta di uscire, freme, il suo naso annusa la serratura.

Mi piego in avanti per recuperare il guinzaglio caduto a terra, prima di aprire l’inferriata, ma contemporaneamente il genio di cane infila la zampa tra le sbarre e, con una decisa tirata a sé, spalanca il cancello. Questo cozza sulla mia testa, rimbalza e si chiude di nuovo. Male cane!

Un border mi fissa sconcertato: ma sei scema a stare lì, chinata, a testa bassa, quando dobbiamo uscire?

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Ma allora sei tutta scema!
Pubblicato in: Pensieri canini

La scopa della Befana

No, dico, guardate come mi hanno conciato! OLYMPUS DIGITAL CAMERA

(Avete presente con chi mi tocca vivere?!?)

E Poi hanno tirato fuorOLYMPUS DIGITAL CAMERAi la storia della scopa.

Quando i mie fratelli umani erano ancora dei cuccioli, la Umi li svegliò la mattina del 6 gennaio e loro trovarono le calze piene di dolci appese sotto il camino e, lì accanto, quella scopa. Non l’avevano mai vista prima. Pare che la Befana ne cavalchi una simile e la Umi instaurò il ragionevole dubbio che l’avesse lasciata lì proprio la famosa vecchina. (Avete presente, AVETE PRESENTE con chi mi tocca vivere?!?) I miei fratelli tentarono di cavalcarla, a turno o insieme, ma quello stupido arnese… nulla da fare: non si alzava in volo! I bambini ne dedussero che la Befana l’avesse abbandonata proprio perché scarica, ma decisero di conservarla ugualmente con cura e la Umi fu assolutamente d’accordo.

Ecco, quella scopa èOLYMPUS DIGITAL CAMERA ancora qui e i miei fratelli, non più cuccioli ormai, stamattina l’hanno recuperata e io ovviamente mi sono unito al gioco: la stano, la mordo, la distruggo la scopa della Befana!

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Pubblicato in: Fiutando Libri!

Una ciotola di emozioni forti… è solo Letteratura!

Il primo consiglio di lettura del 2015 è “La libraia” di Fulvia Degl’Innocenti. Un libro bello, avvincente, con una sua anima preziosa e voglia di regalare speranza.

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Pubblicato in: Ragionando di un cane di nome Brik...

Se c’è comunicazione oltre la parola…

Uscire a passeggio con il cane è un modo speciale di camminare. Sui sentieri di montagna, sulla battigia o per le vie del paese ammantate di nebbia: nulla cambia, è il camminare insieme che conta.

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E’ il passo, il ritmo, i pensieri che accompagnano l’andatura che danno senso al camminare. Il corpo si rilassa e la mente s’aggancia a quella del border, ogni pausa per annusare strappa una riflessione, ogni pisciata un pensiero liberatorio, ogni lettura concentrata di filo d’erba, cespuglio o pezzettino d’asfalto lascia il tempo per un vuoto rinvigorente e poi di nuovo passi che generano idee nuove o ricordi.Foto0696

 Solitudine e compagnia vanno a braccetto quando esci a passeggio con un cane, puoi guardarti attorno o guardarti dentro, allegria e tristezza s’avvicendano o si compensano, camminare diventa viaggiare con la mente, diventa un mantra fatto di passi a sei zampe che partorisce pensieri.

Alchimia speciale o immaginazione, chissà, eppure se c’è comunicazione oltre la parola…

Pubblicato in: Avvertenze ed effetti collaterali

come fare gli auguri senza mentire

 

Come faccio a fare gli auguri di buon Natale?

(Ascoltate e continuate a leggere 🙂 )

“It’s not time to make a change – Just relax, take it easy”

BORDER PANETTONE

Una volta si poteva festeggiare perché non si sapeva nulla, il mondo era piccolo intorno a noi. Nelle difficoltà ci si univa e ci si aiutava, c’erano le chiavi sulla porta di casa, ci si conosceva tutti o quasi. Eravamo un solo panettone pieno di uvetta e canditi.

“You’re still young, that’s your fault – There’s so much you have to know”

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I bambini, loro sì, possono festeggiare, loro vivono un mondo bambino. Possono sognare e ignorare: non sanno ancora tutto. Vivono nel pandoro soffice e spolverato di zucchero a velo.

“All the times that I’ve cried – Keeping all the things I knew inside – And it’s hard, but -it’s harder – To ignore it”

Io, adulta, come faccio a festeggiare ignorando la morte di tanti rFoto0280agazzini, la schiavitù e la violenza sulle donne e sulle bambine? Le mutilazioni e le feroci morti inutili? Come posso ignorare esseri viventi ingabbiati, torturati, divorati senza pensare al loro cuore che batteva, ai loro occhi che nascondevano paura e rassegnazione, al loro essere nati, senza saperlo, solo per essere consumati. Nessun ciclo della vita per alcuni. Niente etica nella morte, niente dignità tra gli uomini. Che faccio: addobbo l’albero? Siamo torrone incenerito, carbone amaro e polveroso.

“Find a girl, settle down – If you want, you can marry – Look at me, I am old – But I’m happy “

Eppure è Natale, non si può dimenticare. La natalità è la scintilla dBryceella creazione che assomiglia a quella dell’immaginazione. E ci vuole immaginazione per una vita che si rinnova instancabile, nonostante tutto, negli esseri umani, negli animali, negli alberi e nei fiori. Né padri, né madri, indiscriminatamente siamo tutti genitori di semi di stelle luminose oppure oscure. Tanti doni in uno: la vita che è colostro al sapore di vino moscato.

“I was once like you are now – And I know that it’s not easy”

Ho fatto nascere le mie stelle, le ho allevate a tè, latte e buone parole, spostate di tana in tana trattenendole peFoto0663r la collottola per non far loro del male e adesso vanno e sono meravigliose, scaldano il cuore. E non è tutto: alcune mi scodinzolano attorno, altre fanno nido sul mio grembo con fiducia, altre saziano lo sguardo, verdi e legnose o esili e profumate.

 

“To be calm when you’ve found – Something going on – But take your time, think a lot”

Solo la vita posso festeggiare, ogni giorno e ogni Natale, il bambino che non è ancora nato, un fiore che non s’è seccato, un randagio sottratto alla fame, un sogno a qualcuno regalato. Piccoli morsi natalizi possono saziare e solo pensando in PICCOLO posso festeggiare: panforte e pasta di mandorle!

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Buon Natale dalla Umi e dal Brik

…auguri sinceri di Buona Vita, quindi, sulle note di “Father and Son” di Cat Stevens, a tutti gli esseri viventi a due e a quattro zampe, con radici oppure no.

Pubblicato in: Colpi di coda

colpi di coda

Io e Bryce passiamo sul vialetto che costeggia l’area cani. Io cammino, lui trotterella tranquillo. Dall’interno un grosso meticcio marrone viene accanto alla recinzione abbaiando furibondo e ringhiaOLYMPUS DIGITAL CAMERAndo.

Bryce s’immobilizza: orecchie dritte (una quasi), sguardo fermo, peso del corpo sulle zampe anteriori mentre le posteriori si tendono, coda alta. Lo fissa, non si muove un pelo. L’altro sfodera i denti, inalbera la coda e sbava inveendo.

Il brik scivola via dalla sua posizione, alza una zampa, fa la pipì quasi sul naso del meticcio urlante e poi con andatura dinoccolata prosegue.

Come rispondere a una provocazione con una pisciata.

Pubblicato in: Fiutando Libri!

I libri della Umi…

A Natale regalate libri!

D’accordo, questa è pubblicità, ma…

un lavoro creativo, come scrivere libri per ragazzi, per essere un vero lavoro deve remunerare, altrimenti la Umi non può mantenermi: non può comprare le mie crocchette preferite, quelle senza grano perché sono allergico (…visto mai un lupo mangiare il semolino o due spaghi?) e non può pagarmi le lezioni di agility, gli ossi di pelle di bufalo pressata, il cacio per premietti e ricompense.

Quindi, questo è un accorato appello… mi volete sul blog? Comprate i suoi libri!

(Che poi, detto tra noi, non sono affatto male… )

natale

 

Cliaccate sulla foto per maggiori informazioni oppure andate sul sito della Umi!

copertina       Cover Il mio domani arriva di corsa cover Invisibile

I malmessi

cover         book

Pubblicato in: Pensieri canini

To be, or not to be: that is the question…

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to be, or not to be…

Collare-cono o non collare-cono, questo è il problema: se sia più nobile sopportar gli oltraggi, le pomate e l’acqua ossigenata dell’iniqua fortuna o prender l’armi contro la Umi e combattendo disperderla. Border e Bardo condividono le consonanti. Entrambi inglesi, noi, entrambi poeti, noi. Chissà se anche lui invece d’andar dal vet andava dal chirurgo estetico come me?

 

E sì, perché in questa questione del mio orecchio masticato dal pitbull la Umi sta facendo “Molto rumore per nulla”. E io da Stratford-upon-Adige ne ho abbastanza. Se non sto attento potrebbe aprirsi il buco sull’orecchio? D’accordo: metterò l’orecchino. Come faceva Will o il corsaro Drake o, se volete, come i marinai sopravvissuti al passaggio di Capo Horn dove gli oceani si danno battaglia. Io ho doppiato il Capo della buona-speranza-che-mi-lascino-in-pace e fa lo stesso.

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…that is the question

E, come se la mia vita fosse una tragedia scespiriana, vige pure il divieto di grattarsi. La Umi ha emanato un editto: “Qualunque cane (…perché siamo in tanti!) si gratti verrà punito con un urlaccio” che perfora il timpano ma salva il padiglione auricolare. Nei momenti senza collare elisabettiano devo approfittare per darmi anche una ripulita, essendo un border mi lustro il pelo. Non puzzo, io, e poi i gioielli di famiglia vanno ben tenuti. Nessun grande stratega ha mai vinto una battaglia se l’artiglieria non era sciolinata a dovere e le palle di cannone non erano ben lustre.

dormiamoci su...
meglio dormirci su…

Dalla tragedia alla commedia come nel Globe di Will, per la via, io e la Umi, incontriamo un tale che s’informa se son maschio. (Che domanda!) La  sua cagnolina non l’avevo neanche vista, perché quello si porta appresso al guinzaglio un cappottino a quadri rosa e neri e non si capisce cosa ci sia sotto. Si ferma impalato e gesticola e fa discorsi stravaganti alla Umi, lei annuisce paziente e io smanio impaziente, e lei continua a sorridere con aria un po’ ebete… il tale, Capo Horn l’ha doppiato a testa in giù, due volte, e ci ha lasciato pure qualche rotella.

 

Mi domando: dobbiamo per forza essere gentili con tutti i matti che incontriamo? Quello, sotto al cappottino rosa, c’ha una papera di plastica con le sue rotelle, ve lo dico io.

Let’s go My Lady, please …insomma, Umi, soprassediamo?!

English Version To be or not to be: That is the question…

Pubblicato in: Fiutando Libri!

Una ciotola di emozioni forti… è solo Letteratura!

Potrebbe succedere… può capitare… alle volte succede… insomma non è mica un delitto! “Una sottile linea rosa” di Annalisa Strada è un libro bello nel quale s’inciampa e ci si alza di nuovo con serenità… perché l’importante è parlarne! Sono criptico? Vabbè… sono un border, eh, mica un umano e poi abbaio, mica parlo! 😉

sottile liLa Umi è un po’ dispiaciuta perché non c’è la dedica della Sciura Strada su questa copia… 🙂

Pubblicato in: Fiutando Libri!

Sgranocchiando avventure!

“Trash” è un libro avventuroso, avvincente, coraggioso… visto che nelle sale cinematografiche sta uscendo il film, non perdetevi questa lettura! Giovani umani, nel film altri occhi hanno visto per voi, nel libro siete voi i protagonisti… siete liberi di emozionarvi, di scegliere i vostri personaggi preferiti, d’immaginare luoghi, volti e sguardi amici o nemici! Leggere vi rende liberi 🙂 abbaio del brik!
trash

Pubblicato in: Ragionando di un cane di nome Brik...

maledetta relatività

Quando hanno operato Bryce, il nostro vicino di cuccia era un caneOLYMPUS DIGITAL CAMERA da caccia molto abbattuto. Bryce era ancora addormentato, quello pareva non avere la forza di muoversi e io e l’altro umano ci siamo scambiati le rispettive preoccupazioni. Mentre l’uomo parlava capii che era un cacciatore e sulle prime, d’istinto, avrei voluto prendere le distanze o dirgliene quattro, ma poi lasciai stare: era così preoccupato e avvilito che non ne ebbi il coraggio. Mi raccontava di quanto fosse bravo il suo cane e di come l’altro, che aveva prima di lui, fosse morto giovanissimo di una brutta malattia. Portava un gilet da cacciatore, aveva un modo di fare un po’ rozzo e quel pudore da uomo fatto che non vorrebbe lasciarsi andare.

Quando sono andata con Bry al controllo, l’ho incontrato di nuovo. Era esultante “Guardi!” mi ha detto indicando il suo bellissimo setter che scodinzolava energico. “Il vet ha capito cosa aveva e lui staOLYMPUS DIGITAL CAMERA rispondendo bene alle cure!” Mi sono congratulata, felice per loro. Quell’uomo era un nemico per me, un cacciatore, uno che impallina uccelli e lepri e mi fa ribollire il sangue, eppure davanti a tanta felicità, a tanta empatia tra compagni non ho potuto che sorridere. Ci sono battaglie e altre battaglie e la vita ogni tanto scombina idee e circostanze.

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Una ciotola di emozioni forti… è solo Letteratura!

Una storia forte, mai volgare. Un’autrice testarda e coraggiosa. “Nemmeno un bacio prima di andare a letto” di Manuela Salvi… a me è piaciuto tanto.

…per e-book Nemmeno un  bacio (cliccare per andare direttamente sul link)

nemmeno un bacio

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Sgranocchiando avventure!

Miss Charity” di Marie-Aude Murail è un libro bellissimo. Punto e basta!

…come del resto TUTTI i libri di questa meravigliosa scrittrice francese!

charity

 

 

 

 

 

 

 

 

La signora Murail ha firmato la mia copia (il brik non c’era) e mi ha lasciato una dedica bellissima:

“Leggere e far leggere, Foto0526

un mestiere,

una passione

… una necessità.”

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l’orecchio del sabato sera

OLYMPUS DIGITAL CAMERASì, abbiamo passato un brutto sabato sera, ma non facciamola tanto lunga! L’orecchio morto che cadeva pendulo da un lato? Era una ferita di guerra, mi rendeva più affascinante! La Umi diceva che era antiestetico, ma solo gli umani si preoccupano dell’estetica. La Umi diceva pure che la ferita rischiava la necrosi e avrei potuto ammalarmi seriamente e morire. D’accordo, sono un quadrupede fortunato, mi hanno convinto e operato. Anche lì, però, vebbè, il viaggetto alla Beatles (detto comunemente anestesia) non è stato male, ma adesso basta fasciature e medicine e questo maledetto paralume che s’inchioda ovunque! Sopporto solo, per amore della Umi. Mi faccio medicare, ma mi morderei una zampa mentre, tre volte al giorno, pulisce le ferite e ci mette la crema antibiotica. Mi dà un fastidio cane (!) ma rimango immobile e al massimo lecco la mano della Umi, così per farla andare piano, per prendermi respiro, per ringraziarla perché so che insieme alla pomata spalma preoccupazione e affetto ben mescolati. Poi, la Umi, tutta contenta dice “Fatto! La ferita è bellissima!” Certo, io sono tutto bello, ferite comprese.

In conclusione devo stare tranquillo e fare passeggiate vigilate perché con una grattata di zampa potrei distruggere il lavoro del vet. Queste passeggiate tranquille sono diventate un incubo. Mi conoscono tutti, ma qualcuno (sfortunato, povero lui, un senza-facebook) non conosce ancora i particolari di quel sabato sera e allora ricomincia la cronaca dettagliata e sofferta dei fatti!

(Smosciamento ineluttabile di coda e orecchio sanoOLYMPUS DIGITAL CAMERA.) Senza contare gli aggiornamenti medici e le dissertazioni varie sulla questione se il compagno umano dell’assalitore fosse italiano o no e sul perché un pitbull “psico” girasse libero. Ci mettiamo una vita a fare il “mio”giro tranquillo e se abbaio di protesta mi tocca fare il “lie down”, si, sdraiato e fermo come farei con le pecore prima di radunare il gregge. Umiliante, in questo caso potrei radunare solo oche, dove l’oca più agguerrita è sempre la Umi. Si è presa una paura enorme e mi toccherà proteggerla e tranquillizzarla a vita. D’accordo è stata uno scontro duro e se me lo avessero lasciato tra le zampe, il pitbull non sarebbe tornato a casa intero, anche se io, probabilmente, ci avrei lasciato la pelliccia. C’è sgomento perché i due, cane e padrone (sì, padrone in questo caso), sono scappati a fari spenti, nella notte e rimangono un pericolo. Dicono che l’uomo in questione sia un vigliacco. Può essere. Tra gli uomini capita che ci siano dei vigliacchi, noi cani lo sappiamo bene perché le bestie siamo noi.

Bry

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Sgranocchiando avventure!

Ho attraversato il mare a piedi” di Loredana Frescura e Marco Tomatis potrebbe essere solo un romanzo storico, ma è anche un’avventura affascinante della quale non si vorrebbe conoscere il finale!ho attraverato

 

 

 

 

 

 

 

 

E

poiché certi libridedica

hanno un’anima come dice “La libraia” ….

 

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… naturalmente ricchi delle proteine della Lettura!

“Mistica Maërva e l’anello di Venezia” di Laura Walter è un libro magico e prezioso… e di Mistica si può continuare a leggere! Laura ha sorpreso Mistica a Padova e poi… (non poi: adesso!) a Verona. Wow!

mistica

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pioggia e fuoco

Piove. Sono appena tornato umido di pioggia. Sono stato asciugato e frizionato a dovere. Me ne sto sdraiato sul tappeto davanti al fuoco acceso nel caminetto. Sento la Umi darsi da fare in cucina, ma non mi alzo tanto lei in cucina, dicono i miei fratelli, fa il Piccolo Chimico.

Rimango a guardare IMG_6568 - Copiail fuoco. La pioggia mi ricorda qualcosa, qualcosa che non so, ma che c’è dentro di me, da qualche parte. Non m’infastidisce avere il pelo bagnato, il sottopelo mi tiene caldo e asciutto. Mi piace correre sotto la pioggia, mi rende elettrico. Se chiudo gli occhi pizzicati dal calore delle fiamme, m’immagino al lavoro, sulle fredde colline dei mie avi canini, sento il fischio del pastore e il fango che m’inzuppa le zampe mentre raduno le pecore grosse e nervose.  L’energia del mio corpo giovane esplode nel lavoro di controllo e raduno e s’impone al freddo, al pericolo, al terreno pietroso che mi gratta i polpastrelli delle zampe.

Apro gli occhi sul mio branco. Il branco che amo come solo i cani sanno amare. Il mio fratello umano che ogni mattina sveglio a forza di nasate umide e che spingo fuori dalla porta e seguo con lo sguardo finchè non lascia il vialetto di casa. (…mica per niente, ma se perde l’autobus poi mi tocca “trattenerla” finché lo accompagniamo a scuola in città). Per svegliare l’altro fratello, invece, devo saltagli sopra con tutte e quattro le zampe, ma quanto dormono gli umani? Poi c’è la Umi. Quanta pazienza con lei. Si ferma a parlare con una coppia di anziani: lei con il bastone e il cane senza, ma sono certo farebbe comodo anche a lui. La Umi s’intenerisce e ogni volta quasi si commuove: il cane era del marito morto un bel po’ d’anni fa. Venne a prenderlo l’ambulanza e da allora il cane non sopporta più il suono della sirena. Il vecchio in ospedale prima di morire si preoccupava del cane e da allora la moglie se lo tiene sempre accanto come fosse il marito. Vita, Vecchiaia e Morte: va così Umi, finiscila di commuoverti ogni volta. Chiudo gli occhi e lascio che il calore del fuoco mi scaldi il pelo e le ossa, l’odore della pioggia ce l’ho nelle narici. Potrei essere altrove, lì dove la mia natura vorrebbe, ma sono qui e qui sono utile.

Pubblicato in: Fiutando Libri!

Una ciotola di emozioni forti… è solo Letteratura!

Uno scrittore anziano e un ragazzo entrambi in crisi con le proprie vite.

Muoio dalla voglia di conoscerti” di Aidan Chambers è un romanzo intenso e splendidamente tradotto da Beatrice Masini. Una traduzione in sintonia con la scrittura dell’autore è importantissima.

muoio dalla..

Io e Bryce abbiamo avuto la fortuna di ascoltare questo autore durante un festival letterario e questa è la prima pagina della mia/nostra copia del libro.

camberrs

 

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…naturalmente ricchi delle proteine della Lettura!

La musica del mare” di Annamaria Piccione è un libro che profuma di mare e di dolci siciliani, ma è anche molto di più.

 

la musica Immagine

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Piede sano in scarpa insana

Non è facile, alle volte non è facile. La mattina Bryce e io facciamo sempre una lunga passeggiata, ma giochiamo anche un bel po’. Ieri mentre zampettavo nell’area cani, sebbene avessi perlustrato la zona, ho inavvertitamente piantato il piede in una deiezione… e che deiezione! Non crema Chantilly e neanche salame di cioccolata ma l’impasto della torta alla ricotta, quello che lo devi spingere giù col cucchiaio nella tortiera. Bryce mi guardava invitante e scodinzolante con la Foto0272treccia da gioco in bocca, ma il mio sorriso era diventato una parolaccia. Intanto è arrivato pure un messaggio della mamma sul cellulare: “Aspetto-bar-se-non-ti-vedo-chiamo” (lei manda telegrammi non sms). Avanzo qualche passo con la mia zavorra al piede e cerco di mettere il guinzaglio al brik che, offesissimo per l’interruzione forzata, molla la treccia a un millimetro del mia scarpa da ginnastica incatramata. Cane agganciato, piede sollevato, corda umidiccia di bava recuperata e quindi digito al volo un messaggio: “Batteria scarica”. Se non rispondo la mamma va in ansia (rimaniamo sempre figlie anche se siamo madri attempate) e il mio cellulare si sta per spegnere. Guadagno la fontanella, mi sfilo la scarpa e metto la suola sotto il getto, ma devo cercare (saltellando su un piede solo) un rametto da usare come punteruolo perché l’impasto s’è cementato nel carrarmato della scarpa. Cosa darà da mangiare ai cani certa gente? Quale cibo viene trasformato da un intestino, tutt’altro che pigro, in escremento colloso a presa rapida? Vabbè, lasciamo perdere, infilo di nuovo la scarpa ormai bagnata anche dentro. Il calzino s’impregna e le dita del piede s’irrigidiscono. M’incammino verso il bar, piuttosto avvilita, con una scarpa che geme inzuppata d’acqua. A uno dei tavoli all’aperto, sotto un pallido sole mi aspetta il caffè caldo già ordinato dalla mamma (perché la mamma è sempre la mamma). Lei chiacchiera, brik mordicchia la sua treccia per far qualcosa e io mi scaldo le dita sulla tazzina cercando di recuperare un po’ di fiducia nei compagni umani dei quattro-zampe. La mamma con aria perplessa mi fa partecipe dei suoi pensieri: “Sai il mio cellulare è impazzito” La guardo bevendo un sorso di caffè forte e cremoso “L’ho caricato stanotte, ha tutte le tacche della batteria a posto ma mi è appena arrivato un messaggio che dice: “Batteria scarica”. Bevo un altro sorso di caffè, aggiungo un po’ di zucchero e muovo le dita intirizzite nel calzino bagnato. Bene: la mamma ha imparato a gestire l’ansia se non rispondo ai messaggi e il suo cellulare fa un baffo all’iPhone 6, manda sms.

Pubblicato in: Storie tra parentesi

storie tra parentesi…

1945. Notte fonda. Roma è stata violata dalla guerra: è stanca e silenziosa. I grandi palazzi del centro sono chiusi. Qualcuno bussa a un portone di via Basento, ma nessuno apre. La paura è ancora un’abitudine. Una delle due sorelle zitelle del secondo piano si mette il cappotto sopra la vestaglia, sopra la camicia da notte e scende di sotto. Aspetta un cugino di ritorno dalla guerra e va a vedere se è lui. Fa girare il chiavistello e il rumore rimbomba nell’androne delle scale, fino su al quinto piano salendo per la tromba buia. Apre il portone e si trova davanti un’ombra scura con il pastrano militare e gli scarponi. Non lo riconosce, non è lui. Richiude di botto, spingendo la grossa anta pesante. L’ombra bussa di nuovo con più forza e una voce dice “Apritemi!” ma la donna se ne guarda bene e sta per andarsene quando quello urla “Sono il figlio di Fran****!” La donna trasalisce e torna indietro: i Fran**** quelli del quinto piano! Apre e lo riconosce: è sporco, certamente pieno di pidocchi, smagrito e lacerato nell’anima, ma è lui. Lo lascia entrare e scappa su per le scale, le sale di corsa, col cuore in gola, urlando: “Signor Silvio, Signor Silvio è tornato vostro figlio!” La gente si affaccia sui pianerottoli con gli occhi assonnati e commossi. A ognuno sembra che sia tornato qualcuno della propria famiglia. Si partecipa sperando nel prossimo ritorno, non ci s’inquieta per il disturbo notturno. Nessuno dormirà più a casa del signor Silvio per quella notte, perfino la bambina, mia madre, siede al grande tavolo della cucina ad ascoltare le parole di quello zio che è tornato dall’Africa e dalla prigionia di guerra, pieno di sporcizia e di racconti.

Piccola cappella costruita dai prigionieri di guerra italiani in Africa
Piccola cappella costruita dai prigionieri di guerra italiani in Africa
Pubblicato in: Fiutando Libri!

Una ciotola di emozioni forti… è solo Letteratura!

Questa non è una rubrica di recensioni, ma solo un modo per condividere con i lettori alcuni titoli di libri che mi sono piaciuti, mi hanno emozionata e hanno lasciato un segno!

kill

Ho sentito Melvin Burgess, l’autore di “Kill the enemies“, parlare dei suoi libri e sono d’accordo con lui sul fatto che gli adolescenti, oggi, possono ritrovarsi e trovare stimolo per la lettura nella buona narrativa contemporanea. Una narrativa che assomiglia a loro e nella quale le storie diventano le loro storie… fino a quando non chiudono il libro. Condividiamo, senza paura, emozioni forti: in fondo è solo Letteratura!

Pubblicato in: Ragionando di un cane di nome Brik...

Medor e la ciambella…

Quando vivi con un cane, lui finisce per assomigliarti, Bryce, per esempio, è un animale da libreria, dopo aver leccato da cucciolo il pavimento di cotto di una libreria per ragazzi, per lui sono diventate un luogo familiare. In un grande Book Store del centro, mentre io scorrevo i titoli dei ripiani alti e lui quelli dei ripiani bassi, ha lanciato un abbaio metallico che ha fatto fare un bel salto a una signora travestita da visone. Ci siamo guardati e ho annuito: ben detto Brik! C’è poco da fare abbiamo gli stessi gusti: ci piacciono gli stessi posti e non ci piacciono le stesse persone. A Rimini al festival letterario Mare di Libri, Bryce, ha partecipato, composto e senza un abbaio, a numerosi incontri e si è preso pure con piacere le carezze di Stefano Benni. Nella biblioteca del paese dove vivo ha libero accesso e il bibliotecario gli dedica sempre qualche minuto e qualche coccola.

Medor (meticcio di fine Ottocento)
Medor (meticcio di fine Ottocento)

Diciamo che se il cane del mio bisnonno, Medor, andava a prendere il quotidiano con un soldo tra i denti, Bryce potrebbe andare a prendere e riconsegnare i libri in prestito con uno zaino da montagna assicurato sulla groppa. (Medor un giorno tornò senza giornale e così continuò per una settimana. Il mio bisnonno scoprì che con il soldo si comprava una ciambella da un ambulante!)

 

OLYMPUS DIGITAL CAMERAQuando leggo ad alta voce la storia che sto scrivendo, Bryce mi ascolta, e  sì, alle volte si addormenta pure. Ma il mio angolo studio comprende  la sua tana sotto la scrivania, mentre Indi, il gatto, dorme dove gli pare: nella scatola della raccolta della carta, tra le stampe, sulle mie ginocchia.

Storie e cani s’intrecciano nelle mie giornate portandomi pizzichi di fortuna. Tempo fa mi fermai sul sagrato della chiesa. Mi piacciono le chiese vuote e credo che ogni pensiero buono sia una preghiera. Ne uscì un uomo, ci guardò e disse: “Entra pure, sai quante volte mi sono trovato i cani in chiesa!”. L’ho riconosciuto subito: era il missionario che dieci anni prima, con i suoi racconti, mi aveva messo in testa proprio l’idea di una delle mie storie!

OLYMPUS DIGITAL CAMERA Da domani io e il brik pubblicheremo degli assaggi di lettura: libri che ci sono tanto piaciuti. Non necessariamente ci saranno recensioni, non sono un critico letterario, ma solo una appassionata lettrice e il brik delle storie su carta stampata ha poco rispetto: lui ama solo il racconto orale, dove la voce media la parola e invita a nuove emozioni!

Pubblicato in: Colpi di coda

colpi di coda

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Ecco il terribile critico letterario che si accinge a scrivere una velenosa recensione…

 

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

 

 

 

 

Oh my God! Ho                dimenticato la                   password…

 

 

 

Pubblicato in: Dialogando con Brik

Cose da border!

Uscire a passe10550047_820764791281935_2976515709617797343_oggio con Bryce non è sempre facile. Se si è in compagnia e qualcuno si allontana dal gruppo, lui si impegna a seguirne le tracce e a recuperalo. Tira e abbaia e devo sgridarlo per la troppa veemenza. E’ un comportamento tipico dei cani da pastore.

Brik: – Un branco è un branco. E’ una questione di senso di appartenenza. Si caccia e si mangia insieme. La Umi e i fratelli si siedono al bar e sbranano le brioche, io caccio le briciole sotto il tavolino. E’ un comportamento tipico da umani.

Bryce, certe volte, insegue le macchine e vorrebbe acchiapparle, vorrebbe poter radunare anche quelle! Ma è un cane forte e io rischio di volare dietro a lui come se fossi un palloncino attaccato al guinzaglio di un border!Foto0263

Brik: – Quando le vedo passare… io non vedo macchine ma pecore, no, caproni, che dico: grosse mucche della val Rendena con il collare di borchie di ferro! Eh sì, mi faccio un viaggetto alla Bob Marley… e scatto ad acchiappare i grossi capi di bestiame. I miei occhi lanciano strali e la mia forza si quadruplica: posso radunarle quelle automobili, posso domarle e ammansirle… forse no, sono ferraglia non pecore lanose da riportare all’ovile. Sono solo scherzi del mio DNA.

Il brik va depallinizzato!

Brik: – Depallinizzarto? … niente scherzi, eh!

OLYMPUS DIGITAL CAMERAParecchio tempo fa Brik era il dominatore assoluto del gioco con la palla: non la restituiva, decideva lui quando dovevi tirargliela e ti abbaiava contro se non lo ascoltavi. Lo faceva con grande eleganza e non te ne accorgevi neanche di ubbidire ai suoi comandi. Piano piano abbiamo riportato la cosa sul piano del “giochiamo insieme”, ma rimango comunque affascinata di come un cane sappia gestire persone e cose con tanta abilità e altrettanta classe.

Brik: – Sono malato di pallinite acuta! Amo acchiappare al volo la pallina (gli umani giocano a squash, no?) e mi piace giocare con chi tira bene, chi lo vuole un lanciatore da schifo nel baseball?  Io ero un ball-trainer prima dell’inizio della depallinizzazione, il grande coach dell’area cani!

Ciò non toglie che io adori Bryce perché il suo muso e suoi occhi sorridono e la sua coda spazzola l’aria rallegrando ogni giornata. Con lui al mio fianco guardo avanti con positività e un pizzico di fortuna in più!

Brik: – Ciò non toglie che io adori la Umi perché serve ottimi pasti, mi porta in uno dei migliori campi per l’agility e durante la giornata mi tiene sempre al suo fianco, così mi sento utile e molto fortunato.

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                                                    Giuli&Brik

 

 

Pubblicato in: Pensieri canini

…prendere con eleganza

( English Version: The-importance-of-stealing-smartly )

Dunque, io sono un border collie. Un cane da gregge. Raduno le pecore sulle lande scozzesi, corro con la coOLYMPUS DIGITAL CAMERAda bassa, il corpo proteso in avanti e gli occhi attenti. Nulla mi sfugge e al fischio del pastore parto come una saetta. Questo dicono di me e questo c’è scritto nel mio DNA. Non tutti i border collie lavorano in Scozia con le pecore, alcuni di noi sono atleti eccellenti o volontari nella Protezione Civile, nel Regno Unito ma anche in altre nazioni.

A me è toccata la Umi.

Non sarà proprio una calamità naturale ma è un bell’impegno e mi tocca fare anche la parte del cane da guardia (che per un border è avvilente). La Umi è un’attaccabrighe. Al parco se un umano disattento lascia che il suo quadrupede sporchi, lei attacca come un rottweiler. E non se la prende mai coi padroni dei cani piccoli, m’è toccato vedermela con un pastore tedesco a pelo lungo. Vebbè, comunque m’è bastato abbaiargli che gli staccavo la pelliccia a morsi e sputavo i peli intrecciati come il cappello di Davy Crockett e quello s’è messo calmo. I cani non sono border.  Poi devo procacciarmi il cibo e quindi lasciare che il mio fratello umano mi insegni dei tricks (cioè dei giochini scemi)… sto imparando “sbam”: sdraiarmi di colpo come se fossi morto. Calcolo di farmi fuori un paio di buste di wurstel, che lui usa a tocchetti come rinforzo positivo, prima di concedergli uno “sbam” perfetto. Comunque, in materia di cibo bisogna affidarsi alla nonna che sarà pure un’anguilla filogatta, ma è molto saggia. Mentre la Umi preparava il formaggio sul tagliere per guarnire la pizza io lo fiutavo. Lo fiutavo e sbavavo. Che ci posso fare se sono un pecoraio? Per un grosso pezzo di caciotta farei uno “sbam” al primo colpo. Insomma fiutavo il caprino sardo che era a un centimetro dal mio naso al limite della tavola e la OLYMPUS DIGITAL CAMERAUmi ha detto: “ E’ un bravo cane non lo ruberebbe mai” (illusa, tsè) e la nonna ha replicato: “Lui è un cane di famiglia (sì,certo che lo sono), non pensa di rubarlo ma di prenderlo e basta (non sono un ladro, eh). Mettiti nella sua testa di border (mah, difficile elevarsi a tanto): il cibo è del branco, come tuo figlio apre il frigo per prendersi una coke, lui si prenderebbe il formaggio.” Ecco: la amo anche se è filogatta. Io non ho i pollici opponibili per afferrare la maniglia del frigo ma la mandibola opponibile per il cacio ce l’ho e non è rubare ma prendere con eleganza!

 

Pubblicato in: Ragionando di un cane di nome Brik...

leggendo tra le righe

Nell’area cani ci si siede sulla panchina e si legge il giornale o si messaggia al cellulare mentre i cani pascolano. Se ne arrivano altri: meglio, i cani giocano tra loro. Uno di taglia piccola si ostina a montare un beagle che paziente lo lascia fare e solo ogni tanto se lo scrolla di dosso. Un giovane meticcio schiaccia il naso sulla rete e mi guarda mentre gioco con Bryce fuori dal recinto. Quello che io e il brik  ci concediamo la mattina quando ci fermiamo al parco è un momento tutto nostro: lui vuole la mia attenzione e io la sua. Io insegno a lui e lui insegna a me. (insegnare non dovrebbe essere mai un verbo a senso unico) Cosa impariamo? A capirci. Perché è bello provare a capire chi si ha vicino, anche se è un cane. Si rimane diversi ma ci si conosce. Il meticcio ci guarda con occhi che mi fanno sentire in colpa. Bryce si lancia al galoppo sul prato allungando il corpo nell’aria come dovesse volare, il pelo è accarezzato dal vento, la lingua penzola, gli occhi ridono. E’ bello anche solo starlo a guardare, regala felicità. Nell’area cani entra un tipo alternativo, fuma la sua cicca e se ne sta in disparte. Anche la sua cagna se ne sta in disparte: è giovane e timida. So che fa pet therapy: quale grande compito ha quella cucciola nella vita? E’ stata affidata a un umano che le è stato affidato. Chissà se è giusto, poi. L’area si svuota e rimante un grosso labrador che fa una grossa cacca. Appena il cane s’accuccia il padrone percepisse un fremito. Che sia il vibrare del cellulare?  Meglio controllare all’istante e visto che uno c’è, dare un occhio alle mail o alle notifiche fb non costa nulla. Niente  d’importante e il cellulare torna Foto0173nella tasca dei jeans. Il Labrador ha finito da un pezzo e il suo umano non si è proprio accorto del bisognino. E’ un’abilità che s’acquisisce con anni d’esperienza quella di non guardare al momento giusto. Mica una cosa improvvisata. Se ci fosse stato il vigile non sarebbe accaduto, ma solo per paura della multa. Siamo fatti così… non tutti, eh!

Pubblicato in: Ragionando di un cane di nome Brik...

la cagnina

Detesto quelli o quelle che entrano nell’area cani e si attaccano al cellulare. Loro chiacchierano e il cane pascola e si annoia.

Stamani entriamFoto0257o il brik e io e una cagnina con cappottino fashion si avvicina per avere la nostra attenzione. Mi sposto per non farmi i cavoli della sua padrona che chiacchiera da-sola-ad-alta-voce col cellulare in tasca e gli auricolari nelle orecchie, ma non c’è nulla da fare quella passeggia e io conoscerò i particolari. Bryce dà alla cagnina un’annusata davanti e due dietro e decide che al momento non è di suo gusto, quindi viene a giocare con me. La bestiola lo segue e a quel punto io dovrei intrattenere entrambi i cani. La guardo, io e Bryce la guardiamo, lui la fissa con i suoi occhi gialli. Se dovessi tradurre quello che leggo nel suo sguardo suonerebbe più o meno così: “Cagnina, sai cosa farei io? Appena lo molla, lo sgranocchierei quel cellulare! Già, non ce la fai con quei dentini, povera cagnina. Allora pisciaci sopra, vedrai con una bella pisciata lo disintegri il cell, lei non ci parla più e viene a giocare con te!”

Sai che ti dico cagnina? Sono d’accordo col brik.

 

Pubblicato in: Ragionando di un cane di nome Brik...

…buongiorno :)

Alle 6:01 suona la mia sveglia. E’ un modellino touch, ma invece del tocco serve una bella sventola! (Se si placasse con un touch sarebbe inutile.) Quindi la mano fa scattare l’interruttore della lampada da comodino, ma gli occhi rimangono chiusi. Sono chiusi eppure avvertono una strana presenza, qualcuno mi osserva da molto vicino. Apro un occhio e mi ritrovo un grosso tartufo nero di border a un centimetro dal naso, apro anche l’altro occhio e metto a fuoco due tondeggianti pietruzze color ambra che studiano il mio viso e due orecchie a parabola orientate su di me pronte a raccogliere ogni respiro, ogni minimo movimento dei muscoli facciali che confermino il risveglio. Una spolverata di coda sul comodino annuncia che ha capito: se hai gli occhi aperti, non dormi!OLYMPUS DIGITAL CAMERA

E lì, me la gioco con la prontezza di riflessi: mezza scivolata, avvitamento e poi zac a sedere sul letto. Le cose sono due: o ho evitato la lavata di faccia che potrebbe arrivare prima di raggiungere il lavandino del bagno oppure rimango bloccata col colpo della strega e non avrò bisogno del latte detergente a risciacquo. (La lingua dei border ricorda il panno caldo dei barbieri di una volta ma è meno profumata.) Nella migliore delle ipotesi, dopo le coccole del caso e la grattata sulla pancia che tonifica il border prima dello stretching mattutino, mi alzo e insieme andiamo a svegliare i ragazzi. Dalla loro oscura dimora arrivano lamentazioni varie e il border trotterella giù in cucina, io lo seguo. Appena Bryce si siede composto davanti alla sua ciotola in paziente attesa arriva giù dalla mansarda anche Indiana Jones miagolando il suo buongiorno e si piazza sulla sedia. Non siamo al completo. Tiro su la tapparella ed ecco l’altro felino di nome Salvador Dalì, lui fino a che la temperatura non scende sotto i cinque gradi, dorme fuori. (Potrebbe entrare, sia chiaro, siamo forniti di bascula per gatti dalla quale è possibile accedere con topi, lucertole o a-mici vari.) Lui si presenta sempre con un miagolio lamentoso. Come quando incontri qualcuno, lo saluti cordialmente ma quello risponde con una litania: “Ho i diverticoli in disordine, mi sono sbocciate le emorroidi e sono esplosi l’herpes oculare e la colite spastica per colpa dell’artrite cronica!”. Ecco, lui è più sintetico e garantisce che una bella panciata mattutina cura ogni malattia. E finalmente siamo tutti in plancia di comando e possiamo fare colazione: il pasto più gustoso della giornata! Crocchette light, senior, grain-free… e biscotti, tè al miele o nero, latte, spremuta dFoto0124i pompelmo o arancia, pane tostato integrale e biologico con marmellate varie e, se è sopravvissuta dal giorno prima, anche torta di mele!

Buona giornata!

Giuli

Pubblicato in: Pensieri canini

Vive la République!

Del mio branco fa parte anche la nonna, 1/2 francese e 1/2 romana, che arriva trotterellando allegra ogni mattina. Con i miei fratelli umani fondai il movimento Cinque Zampe per la protezione dei diritti del cane domestico e la Umi andò subito in minoranza facendo crollare ogni opposizione, ma la nonna è una frangia estremista di resistenza. Lei usa l’arma del giornale arrotolato con la quale mi minaccia quando mi avvoltolo sul tappeto del salotto per grattarmi. Tsè, dovrei fingermi spaventato come se non sapessi che un giornale si riduce a coriandoli in un baleno? Ingenua come una figlia dei fiori!

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La nonna legge sempre con un gatto in braccio e per lei i gatti hanno sempre ragione ed io ho sempre torto. Non posso salire sul letto, i gatti sì; non posso sedermi sul divano, i gatti possono dormirci acciambellati per ore e possono anche usarmi come cuscino, ma io non posso giocare con loro: li spavento! Quando mi scappa è una guerra: “no sulle ortensie, no sul lato rock-garden, no sulla salvia!” grida la nonna e mi tocca saltellare a tre zampe fino all’oleandro, ma… i gatti la fanno ovunque perchè loro segnano il territorio, delimitano il perimetro del nostro giardino per tenerne fuori i felini della zona, cioè pisciano dappertutto.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA La nonna è un’anguilla e se viene con noi al mercato, sguscia e scivola tra i banchi come un’anguilla e mi tocca diventar matto per ritrovarla, dare l’allarme “nonna dispersa” e trascinare la Umi sulle sue tracce.

Eppure… eppure la nonna è corruttibile. Crede di riuscire ad aprire la scatola dei biscotti senza che io la senta. La colgo sempre con le mani sul bottino e allora compio, insaziabile, la mia vendetta: la guardo, la fisso seguendo il moto dolce dei frollini senza zucchero che lei intinge nel tè. (Sono un border collie quindi controllo le pecore con lo sguardo e come da DNA sono maestro nell’ipnosi) I miei occhi la colpevolizzano, la fanno sentire una grassa umana che affama un triste cane sull’orlo della denutrizione. E poiché sono un grande artista, lascio scendere a terra, con l’abilità del ragno che tesse, un filo di bava. Allora lei immancabilmente cede e con senso di colpa misto a disgusto, mi allunga un frollino. Non dovremmo mangiare i biscotti, io perché sono allergico ai cereali e lei perché ha un pessimo rapporto con il suo indice glicemico, ma nessuno di noi due farà mai la spia alla Umi.

Infine, la nonna si arrabbia con la Umi e la rimprovera per l’anarchia che regna nel nostro branco. Non è vera anarchia, in realtà comandano i gatti, ma  quest’ultima considerazione lo tengo per me. Vive la République!

Brik

Pubblicato in: Pensieri canini

… acqua alle corde!

Stamattina il mio fratello umano ha perso di nuovo l’autobus per andare a scuola, la Umi e io, che stavamo uscendo per la nostra solita tranquilla passeggiata, ci siamo catapultati in macchina per recuperarlo e accompagnarlo. Ma a me scappava… vabbè, mi sono detto, la trattengo.

Non amo i viaggi in macchina però ormai mi ci sono abituato e quando si va in città guardo fuori dal finestrino. Mio fratello aveva messo la musica che piace alla Umi per farle passare il nervoso, lui usa Billy Joel come io uso il mio sorriso canino e la scodinzolata allegra per farmi perdonare. OLYMPUS DIGITAL CAMERACi siamo fermati e ho visto un’umana stranamente vestita. Aveva la faccia nera come corteccia d’albero, l’espressione storta, due paia di pantaloni uno sull’altro e zoppicava. Ha teso la mano verso di me e io ho dato una leccata al vetro del finestrino, mah.

Intanto mi scappava, ma alla fermata successiva c’era un’altra umana. Era alta, con delle alza-zampe posteriori lucide e dal tacco altissimo. Sopra il corpo senza pelliccia portava giacca e gonna rossa (noi border memorizziamo fino a mille vocaboli: è scientificamente provato) e aveva i capelli neri, ma così neri e lucidi che, secondo me, pure a lei sulle crocchette mettono Olio di Salmone purissimo. Poi aveva due frisbee scuri sugli occhi, tanto larghi che le coprivano mezzo muso. A me in funivia hanno messo la museruola e credo che quei frisbee siano, per gli umani, un po’ la stessa cosa.Foto0181Infine arrivati a scuola c’erano tanti giovani esemplari di adulto umano: teneri, tutti uguali che sapevano di latte ma anche di sigaretta.Son strani gli umani senza pelliccia che si travestono come vogliono e comunque mi scappava.

La mia Umi va sempre in giro con un vecchio paio di pantaloni da trekking, maglietta e scarpe da ginnastica, poi, adesso con i capelli corti dicono assomigli a un carciofino (Cosa sarà un carciofino? Questo vocabolo mi manca.) Ma la Umi sa di buono e un po’ di mamma e così mi piace! Maledetta musica, accidenti al giovane umano di casa: anch’io mi sto rammollendo! Ehi fratello, metti su gli AC/DC la prossima volta altrimenti perdo mordente! 

Intanto siamo arrivati al parco: apro le paratie, acqua alle corde, allago il mondo!

Brik

Pubblicato in: Ragionando di un cane di nome Brik...

Ehi ho!

Convivere con un cane da lavoro può avere dei momenti critici. I border collie sono cani da lavoro, allevati negli anni per governare greggi di pecore nelle lande scozzesi. Cani intelligenti e coraggiosi. Alcuni non hanno le lande scozzesi per lavorare ma la capacità di adattamento e d’interazione di questi animali è sorprendente.

Quaranta metri quadri di giardino non sono esattamente delle lande e tre umani non sono un gregge, ciò nonostante il brik si è alzato e…                                                                  dopo un po’ di stretching OLYMPUS DIGITAL CAMERA

ha tirato fuori dal recinto le sue pecore,

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ha stabilito quali piante fossero da spostare,

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e ha vigilato sul lavoro di giardinaggio con la giusta attenzione.

 

Border-Brik non è mai inutile: può scavare delle buche del diametro giusto esattamente dove NON devi piantare nulla; rubarti il rastrello perché è fatto d’ottimo legno; uscire dal cancello aperto per andare a discutere con i cani dei vicini proprio mentre tu sei in bilico sulla scala per potare l’ultimo inarrivabile tralcio.

Ovviamente quando le pecore sono rientrate all’ovile, il border chiederà il suo compenso: vorrà sfruttare quel giardino pulito per giocare a tirare la corda, rincorrere la pallina o per eseguire gli esercizi più difficili con l’incentivo dei più gustosi bocconcini. LUI ha lavorato, quindi esige il pagamento e se tu sei stanco non ha importanza. LUI eseguirà azioni di stalking scovandoti ovunque tu ti nasconda… sentirai i suoi unghioli zampettare fin sulle scale della mansarda dove giungerà con la pallina in bocca per invitarti a fare quattro tiri oppure ti sorprenderà in bagno dove, nudo, stai per entrare in doccia e ruberà la corda dell’accappatoio perché è un’ideale fune da trazione. In ultimo se ti ti scoverà disteso sul divano mentre stai cercando di ritrovare le forze, ti leccherà un piede con coscienza e perseveranza erodendo le tue difese a poco a poco con quella tortura da lingua umidiccia che ti farà urlare infuriato prima che arrivi al polpaccio.

Quindi in risposta alle tue grida esasperate se ne andrà a sdraiarsi sul tappeto, con il muso appoggiato sulle zampe incrociate, gli occhi chiusi e l’aria offesa di chi è stato mortificato fin nel profondo del suo animo. Chi ha dato tutto e non ha ricevuto nulla.

Allora tu cederai. Raccoglierai quel che resta delle tue forze e giocherai col border… lo farai in preda a un lieve senso di colpa che si trasformerà velocemente in un sorriso divertito perchè, come-sai-ma-avevi-momentaneamente-dimenticato, nulla è più rivitalizzante di qualche momento di gioco con un border allegro e felice. Occhi ridenti, lingua penzoloni e una sola filosofia di vita: ama e gioca!

Giuli

Pubblicato in: Pensieri canini

sono scivolato sul profumo di banana

Scivolo, sguscio ma le unghie delle zampe non hanno presa sulla ceramica. Le orecchie sono appiattite all’indietro che sembra non le abbia per niente e il mio sguardo è perso nel vuoto: so che non riuscirò a scappare eppure ci provo. Cercano di blandirmi con parole dolci ma non hanno nessuna intenzione di mollarmi. Mi alzo sulle zampe posteriori arrampicandomi con quelle anteriori sull’umana che mi bracca. Quella lancia un urlo e riesco a evadere, l’altro traditore perde l’equilibrio e finisce a terra e io sono libero ma non del tutto perché la porta è chiusa. Qualcuno mi agguanta per la collottola e mi sbatte di nuovo dentro.

Mi sveglio: sono nella mia cuccia e la doccia me l’hanno già fatta ieri, quello di oggi era solo un incubo. Ecchecavolo!!! … se avessi amato l’acqua nascevo foca no?

 

puzza

La Umi lava qualunque cosa le capiti sottomano in questo periodo e le sono capitato io! Però ho lasciato un servizietto nel bagno: nella fuga ho sparso sapone per cani alla banana (ALLA BANANA? MA SI PUO’?) ovunque e ovunque ho lasciato peli e pozze d’acqua. Ci penserà due volte prima di lavarmi ancora, la fetente con la mania del pelo profumato. Chi mi ha tradito davvero è il fratello umano: da lui non me lo sarei aspettato! Adesso te li scordi i tuoi giochini: sotto, otto, sali, gira… ti arrangi e la prossima volta ti prendi una scimmia che con la banana ci sta pure bene!     Brik

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Dopo-bagno!
Pubblicato in: Avvertenze ed effetti collaterali

scortecciando…

La fauna umana è curiosa.OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Ad esempio in estate nei paesi montani s’incontrano vip un po’ incoscienti con cani giganti.

Poi ci sono quelli che salgono in montagna in funivia, che non vanno oltre e senza sporcarsi gli scarponcini da trekking danno da mangiare ai gestori dei rifugi (rifugio suona meglio di ristorante e sa di vacanza) e manco scendono a piedi nel bosco! (…magari la signora dell’articolo precedente aveva ragione che da lì passano in pochi!)

il brik ha deciso di scortecciare il nostro prossimo albero di natale
il brik ha deciso di scortecciare il nostro prossimo albero di Natale

Poi ci sono i residenti, i montanari un po’ ruvidi non ancora avvezzi al turismo, quelli come l’anziano boscaiolo che abbiamo incontrato su un sentiero forestale. Un sentiero solitario e bellissimo perché tutti salgono fino alla malga per la stradina carreggiabile a piedi o in pulmino. L’anziano pensionato stava scortecciando un albero con la motosega (!), ma si è interrotto per lasciarci passare e si è quasi stupito di trovarci lì. Ha fatto una pausa per riposare un po’ e per raccontarci che molti di quei sentieri li aveva tracciati lui, ex-forestale. Poi ha spiegato che il suo superiore raccomandava di non fare come quelli del CAI, che tracciano in perpendicolare su verso la cima, ma insisteva tanto nel volere sul sentiero anche il nonno con il nipotino per mano. Quindi i sentieri dovevano andar su dolcemente perché chi sale possa guardarsi attorno e assaporare il bosco. Con simpatia e un pizzico di pudore ci ha confessato pure di chiamarsi Pino! Io e il fratello umano del brik lo abbiamo ascoltato con piacere mentre il border risposava sdraiato in una pozzanghera (aveva piovuto!). Un incontro speciale di chiacchiere nel bosco che ci ha regalato qualche briciola di vita vissuta al sapore aspro di montagna. Pino neanche sospettava di aver incontrato una mangiatrice di storie come me!

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E poi, tornando in argomento, c’è un tipo di camminatori, quelli poco seri, tra cui siamo anche noi,  con l’attrezzatura costruita negli anni e quindi non alla moda, con gli scarponi usatissimi (“… perché solo quelli vecchi sono buoni per camminare a lungo” – permettete l’autocitazione dal mio “Invisibile”), un cane al fianco e la curiosità di scoprire silenzi e profumi, vette e cielo, per cercare quel che resta della nostra umanità nel bosco e tra i monti.

Giuli

Pubblicato in: Colpi di coda

colpi di coda

 

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Zona di caccia

 

 

 

 

 

Il brik ha FIUTATO la preda…

 

… e la zampa va in avanscoperta.

 

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Lui FISSA la preda col suo sguardo ipnotico…

 

e pensa: “…mica intendi mangiarla tutta da solo, vero?”

 

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Ah, ecco!!!

Pubblicato in: Ragionando di un cane di nome Brik...

elmo e corazza

Era stata una giornata faticosa in montagna, eravamo partiti presto e per non adoperare la macchina eravamo andati a piedi da Pozza di Fassa a Vigo per prendere la funivia. (No, non c’era nessun antico vaso da recuperare… ) In alto poi avevamo fatto un bellissimo percorso in cresta e quindi la discesa verso Pozza.

brik in quota
brik in quota

Alla fine dell’ultimo sentiero, lì dove cominciano le case del paese che avremmo dovuto attraversare per arrivare al campeggio nel bosco, camminavamo in silenzio. Era stata un’esperienza bella (di dieci ore, tra cammino e pause) ma faticosa e Bryce procedeva senza tirare con il suo passo elastico da border e la testa bassa di chi deve finire un lavoro.

 

interlocutrice del brik (foto di Stefano S.)
interlocutrice del brik (foto di Stefano S.)

 

Già: mi aveva tenuto su in cordata, aveva dialogato con le marmotte, abbaiato alle mucche moleste e ovviamente provato il brivido della funivia.

 

 

Era agganciato alla cintura e io avevo un passo rilassato. Avevamo appena imboccato una delle tre viuzze indicate per arrivare al centro del paese, quando sulla grande terrazza di una casa, senza ringhiera o protezione, apparvero due alani: uno bianco femmina e  uno nero maschio. Fu una questione di secondi alzare lo sguardo, sia io che Bryce, e vedere quelle due enormi statue di cane che ci fissavano. Procedere o fermarsi? Credo che Bryce abbia deciso di fermarsi, ha abbassato le orecchie e immobilizzato la coda, ma in quegli istanti d’indecisione l’alano maschio gli si è gettato addosso. Il border era in una posizione difficile: era agganciato al guinzaglio e non riuscivo a staccarlo. L’ho sentito ringhiare con tono basso e l’ho visto rimanere abbastanza fermo cercando di parare i colpi dell’alano che lo sovrastava. Ho messo tra loro la mia bacchetta da cammino e il fratello umano del brik, d’istinto ha cercato d’afferrarlo per la pettorina, senza riuscirci per fortuna. Una donna è uscita dalla casa richiamata dal trambusto e al secondo “resta, Elmo” l’alano maschio si è fermato. La femmina non si era mossa. Con titubanza Elmo è “tornato” dalla padrona senza spostare lo sguardo dal brik. “Non deve lasciare i cani liberi” ho urlato, mentre tastavo Bryce per vedere se fosse ferito. Il border rimaneva immobile e ringhiava con un vibrare profondo e sordo ma le orecchie erano appiattite all’indietro e la coda era bassa. Era bene impiastrato di bava di alano su un fianco ma non parevano esserci danni. La donna rispose: “ Sono buonissimi: giocano con gli altri cani! (sì, come i gatti con le lucertole) … e poi di qui non passa mai nessuno! (certo ad agosto in val di Fassa sui sentieri non si vede un’anima)” Mio figlio, però, aveva le mani sporche di sangue. “ Gli alani hanno i brufoli nell’interno delle labbra, Elmo ne ha uno aperto: il sangue verrà da lì! ” continuò la donna come se trovarsi sangue di brufolo di alano sulle mani fosse la cosa più salutare del mondo. “Il ragazzo ha le vaccinazioni?” domandò la donna e io ribattei:  “…e il cane ha le vaccinazioni?”. Il fratello umano del brik nel cercare di afferrarne la pettorina aveva scalzato l’unghia del pollice, ci spostiammo verso una fontana, ci ripulimmo e disinfettammo tutti. (Avevo l’occorrente nello zaino.)

Sono tornata il giorno dopo a fotografare il libretto sanitario di Elmo e a prendere i dati della signora. I suoi cani parevano super sani e in regola con tutto quello che un cane di buona famiglia e di buona genealogia deve avere in regola. Gareggiavano e accudivano i nipotini della signora che era nella sua casa delle vacanze.

Bryce era stato preso alla sprovvista dall’alano e da quel giorno è evidentemente timoroso con i cani di grossa taglia: abbaia loro e vuole attaccar briga per primo a meno che quelli non diano chiari e immediati segni di sottomissione. Rimango dell’opinione che Bryce sia davvero un cane saggio, anche se non sembrerebbe. Non potendo scappare ha amministrato con fermezza una situazione pericolosa. Se avessi potuto leggere i suoi pensieri in quel difficile momento, avrei letto qualcosa del genere: “Non sono un codardo ma non ti provoco. Non perdo la posizione, gigante bavoso, e mi carico di rabbia, semmai dovessi farlo venderò cara la pelliccia… … … ma sono certo che non arriveremo a tanto e se aprissimo un tavolo di trattative? ”

Concludo con le parole del fratello umano del brik che nei momenti difficili conserva la sua simpatica ironia: “Ma se lui è Elmo, lei che è femmina di nome fa Corazza?”

quel diavolo del brik (foto di Stefano S.)
quel diavolo del brik (foto di Stefano S.)

Giuli

 

Pubblicato in: Dialogando con Brik

Di parola in abbaio: prospettive diverse nell’andar per sentieri

Umi – In campeggio, in montagna, cercando di dimenticare quello che non è bosco, pietraia e cima, si entra in una dimensione di essenzialità. Camminare e salire e poi scendere per il piacere di sentire la stanchezza e la fame, l’aria fredda e il sole che brucia. Un esercizio fine a se stesso che purifica l’anima e resetta il cervello.

Brik – Boschi e boschi, sentieri da non seguire e correre solo per tornare al richiamo, immaginando di essere libero ma in fondo contento di riaccostarmi alla Umi con un bastone in dono. Sorridere con gli occhi scodinzolando e aspettare la Umi che viene avanti col mio stesso sguardo.

Umi – Il primo giorno il brik ha dato l’anima, impazzito di felicità non si è risparmiato poi ha capito che il campo base era al campeggio circondato dai boschi e allora ha cominciato a dosare le energie: riposare quando ci si ferma e dormire al campo per poi godersi a pieno il resto del giorno.

Border al bivacco
Border al bivacco

 

 

 

 

 

 

 

Brik – La Umi è sempre in marcia, ma poiché le hanno parlato del pericolo vipere, per la maggior parte dei sentieri rocciosi e soleggiati mi tiene legato. Si è comprata un’apposita cintura da vita alla quale attacca il guinzaglio. Risultato: quando saliamo mi tocca tirarla su in cordata e per fortuna quando ha messo un piede in fallo l’ho tenuta, altrimenti sarebbe scivolata. Conclusione: la Umi la porto io! Nei passaggi difficili prima passa mio fratello umano, poi io lo raggiungo e quindi mi volto, lancio un abbaio e aspetto che arrivi la Umi. Lei è la solita spacca-pigne e pretende che ubbidisca al “resta” e al “torna” all’istante. L’accontento, non mi costa molto e aspetto di scendere nel bosco: lì sono libero e guido io.

Border in cordata
Border in cordata

 

 

 

 

 

 

 

Umi – Camminare di buon passo salutando quelli che s’incontrano lungo il percorso, un sorriso e qualche informazione sul punto d’arrivo e poi ecco il rifugio montano dove concedersi lo strudel, quello dal sapore speciale che sa di premio, che è buono perché ce n’è bisogno, che non è il dolce di fine pranzo.

Brik – I rifugi sono ottimi per riposare sotto le panche con acqua a disposizione e ombra, ma mi disturba un po’ rimediare appena qualche pezzetto di mela mentre sopra la tavola c’è un profumo invitante, dolce e avvolgente che ti fa venir fame! Rifocillare il cane con una Sacher, no?

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Umi – Tesori del bosco

Brik – Ma perché la Umi raccoglie questa robaccia?

 

 

Border in tana
Border in tana

 

 

 

 

 

Giuli&Brik